Potente la voce recitante di Anna Zago, con Robert Bonisolo Quartet e la ‘PPP PIG BAND’ in collaborazione con Theama Teatro, in piazza Duomo, per l’annuale rassegna ‘Il Jazz per le terre del sisma’, con Bonisolo (sax tenore), Marcello Abate (chitarra), Marc Abrams (contrabbasso) e Mauro Beggio (batteria).
Nelle opere di Pasolini, spiegano dal Theama Teatro, sono ricorrenti temi come la diversità, la volontà di scandalo e l’opposizione all’incedere dell’omologazione del pensiero e dei costumi.
Il distacco e l’umorismo sono fondamentali, perché segnano l’unica modalità che l’autore poteva utilizzare per affrontare temi così drammatici, così come il linguaggio poetico, necessario per cristallizzare l’orrore.
Dunque in un continuo intreccio fra realtà e invenzione, un catalogo dei peccatori dell’epoca di Pasolini, che poi è anche la nostra: i conformisti, i volgari, i cinici, i deboli, gli ambigui, i paurosi, gli autoritari, i sadomasochisti, i lotofagi e sì, anche gli antropofagi.
Il tutto accostato alla musica jazz, che con quel suo linguaggio pieno di strappi, di assoli capaci sia di melodica persuasione che di ribollente energia, di ritmi e poliritmia in controtempo, ne rispecchia temi e simbolismo.
Un’esibizione importante, colta e d’impatto che Anna Zago ha spiegato con il suo amore per l’intellettuale scomparso, in circostanze mai chiarite, da cui lei ha estrapolato e letto passaggi chiave da pezzi teatrali come Porcile e Orgia. ‘Porcile’, è ambientato nella villa di un grande industriale tedesco, studioso di Kant, che ha un figlio misterioso. Il padre ha un rivale economico e politico, un vecchio nazista risorto dalle rovine del Terzo Reich. I due vorrebbero distruggersi, ma entrambi hanno segreti da nascondere e allora scendono a patti d’interesse: l’alleanza tra vecchio e nuovo capitalismo, cementata dall’eterna ipocrisia di classe. ‘Orgia’ è invece il dramma della disperata lotta di chi è diverso contro la normalità che respinge ai margini, che rinchiude nel ghetto, è il rapporto tra diversità e storia.
‘In molti sogni, la verità che è in noi’, è stato il tema portante della rassegna jazz, edizione 2022, scelto per i cento anni dalla nascita di due giganti del Novecento, Pier Paolo Pasolini come Charles Mingus, due artisti così diversi fra loro, per estrazione culturale e sociale e per tipologia di linguaggio espressivo, eppure legati da un ideale fil rouge: la ricerca della verità, spiegavano gli organizzatori in occasione della conferenza stampa di presentazione.
Verità nella spontaneità, verità nel rapporto sincero con se stessi e con gli altri, verità nella condivisione delle diversità e verità nella coscienza del continuo divenire in cui noi tutti viviamo, perché noi stessi possiamo e dobbiamo, essere casa aperta delle molteplicità.
‘Il Jazz italiano per le terre del sisma’, la rassegna conclusa ieri nel centro storico dell’Aquila, accogliendo la lezione dei due grandi maestri ha intrapreso un bel viaggio, intenso e a tratti complicato da comprendere, riuscendo a dar voce a musicisti e musiciste senza alcuna limitazione di età, di genere, di provenienza stilistica, in una continua contaminazione con le altre arti.
Così come Mingus e Pasolini, difficilmente accostabili, eppure invisibilmente e profondamente simili nelle rispettive contaminazioni sociali, musicali, letterarie e culturali.