Sull’incendio del 2017 a Fonte Vetica Campo Imperatore, Stazione Ornitologica Abruzzese, SOA, si oppone alla richiesta di archiviazione del pm.
Per l’associazione, si legge in una nota stampa, non aver appiccato direttamente il fuoco non solleva dalle responsabilità sulla mancata prevenzione e sulla scarsa capacità di rapido intervento per l’annuale Rassegna ovini, in un Parco nazionale e con 30mila persone.
Difesa da Fausto Corti, SOA ha confermato oggi l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm.
Il procedimento è nato da un esposto dall’associazione che ha sollevato forti dubbi sulle modalità organizzative, a partire dalla mancanza di Valutazione di Incidenza Ambientale, in pieno Parco nazionale, Sito di interesse comunitario e Zona di protezione speciale, per un evento con decine di migliaia di persone.
Il pm, scrive l’associazione, nonostante la polizia giudiziaria avesse riscontrato pesanti anomalie e segnalato al magistrato gravi omissioni da parte dei responsabili di strutture pubbliche, con uno scarno provvedimento di una pagina, ha chiesto l’archiviazione sostenendo che non vi fossero elementi per accertare responsabilità di altri soggetti per quanto accaduto.
A quel punto il 25 giugno scorso, è stata presentata una dettagliata opposizione all’archiviazione per non aver rispettato almeno cinque norme/piani centrali sia per quanto riguarda la corretta organizzazione e gestione degli eventi, che per la mitigazione/prevenzione dei potenziali impatti ambientali, con conseguenze rilevanti sulla prevenzione e gestione degli incendi.
La circolare Gabrielli imponeva una lunga serie di obblighi, continua la nota, tra cui piani di emergenza, soprattutto per l’antincendio, sopralluoghi preventivi, verifica delle vie di fuga e di immediato intervento, la necessità di altoparlanti per invitare i partecipanti a comportamenti adeguati, ripartizione delle aree, indice/limiti di affollamento ed altro, prevedeva inoltre Servizi di Security con personale di prevenzione, che doveva essere espressamente coinvolto.
Anche le più piccole sagre, prosegue, hanno dovuto fare i conti con gli obblighi della circolare, è emerso invece che il servizio antincendio previsto consisteva, esclusivamente per le sole aree parcheggio, in quattro estintori a mano e quindici flabelli palesemente insufficienti per un evento con 30mila persone e migliaia di auto, stimate in cinque o 6mila al momento della richiesta di autorizzazione.
Sicuramente l’incendio è partito a causa di una condotta inopportuna di un gruppo di cittadini, ma la mancata prevenzione dell’evento e le conseguenze catastrofiche sono riconducibili, per SOA, a gravissime omissioni ed inadempienze nella filiera autorizzativa.
Una situazione facilmente gestibile esplosa invece in un incendio di immani dimensioni e della durata di due settimane, che è arrivato a lambire anche il bosco distante centinaia di metri, fino a sfiorare il disastro con la caduta di un elicottero dei Vigili del Fuoco coinvolto nello spegnimento.
Sono molteplici, conclude l’associazione, le domande da porsi con ulteriori indagini.