Museo Novecento, è il nuovo museo di Firenze inaugurato qualche giorno fa nell’antico Spedale delle Leopoldine a Piazza Santa Maria Novella, un complesso monumentale recuperato grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Firenze, alla cura delle Belle Arti del Comune, e al Gioco del Lotto, partner dell’iniziativa. Opere d’arte, documenti, fotografie, interviste, riviste e brani letterari, ed ancora documentari prodotti dalla Direzione Cultura del Comune di Firenze per il Museo, in un percorso multimediale che raccoglie il novecento fiorentino, dalla Biennale di Venezia dei giovani scultori a fine anni ottanta, alla poesia visiva, dall’architettura radicale al cinema d’artista; quindi l’alluvione del 1966 e l’appello di Ragghianti a cui risposero oltre duecento artisti, riuniti nella raccolta Gli artisti per Firenze 1967, ed ancora il Maggio Fiorentino e le sfilate di Pitti, accanto a molte delle opere più significative del novecento italiano tra De Chirico, Guttuso e Morandi. Il Gioco del Lotto come aiuto per recuperare e valorizzare il patrimonio artistico italiano risale al settecento, quando Papa Clemente XII decise di destinare i proventi del Lotto ad opere architettoniche di pubblica utilità, come la Fontana di Trevi a Roma. Dal 1996 un’apposita legge destina una parte dei proventi dell’estrazione del mercoledì, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per il recupero e la conservazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Firenze, ha recuperato un complesso monumentale dedicandolo all’arte del novecento. L’Aquila, non ha avuto un centesimo né dalle banche, né dalle imprese, tantomeno dal Lotto, che pure con altri giochi, avrebbe dovuto sostenere la ricostruzione post sisma. La storia del capoluogo abruzzese, con lo sfondo di queste brutte inchieste che travolgono religiosi, vice commissari ai beni culturali ed imprese aquilane, mostra il volto vero di una città che ha solo speso nell’edilizia pre sisma, dei palazzinari, post sisma ed ancora dei palazzinari che riprendono spirito, con i prezzi del mercato tornati praticamente alle stelle. Neanche una piccola percentuale dei soldi dello Stato, donati all’arte e ai recuperi, nemmeno l’impegno dell’amministrazione civica, di ordini professionali ed associazioni di categoria per destinare un minimo, sui fondi incassati, alla cultura profondamente depressa di questa città fantasma.