L’ex assessore regionale alla cultura della Giunta Chiodi, Luigi De Fanis, è stato condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione e all’ interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione, induzione e tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, truffa e falsità materiale commessa in atto pubblico. Assolto invece, perché il fatto non sussiste, dalle accuse di abuso d’ufficio e corruzione. Assolti da tutte le accuse gli altri tre imputati.
È la sentenza del Tribunale collegiale di Pescara, presieduto dal giudice Maria Michela Di Fine, nell’ambito del processo di primo grado sulle tangenti nel settore cultura della Regione Abruzzo, nato dall’inchiesta Il Vate, che nel 2013 portò ai domiciliari l’assessore De Fanis.
De Fanis dovrà inoltre risarcire, in separata sede, le parti civili che sono la Regione Abruzzo e l’imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, che con le sue denunce diede il via all’inchiesta. A lui, una provvisionale di 20mila euro.
Tutti assolti gli altri imputati perché il fatto non sussiste. Sono Ermanno Falone, rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico, Rosa Giammarco, responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo, e l’imprenditore Antonio Di Domenica.
Il pm, Anna Rita Mantini, aveva chiesto condanne a 8 anni per De Fanis, un anno per Falone, 3 anni e 9 mesi per Giammarco e l’assoluzione per Di Domenica.
Al centro del processo le modalità di erogazione dei contributi regionali, in base alla legge regionale n.43/73, che disciplina l’organizzazione, l’adesione e la partecipazione a convegni ed altre manifestazioni culturali. Alla lettura del dispositivo erano presenti De Fanis, difeso dall’avvocato Domenico Frattura, e Falone, assistito dal legale Angela Pennetta. Presente anche Mascitti, difeso dall’avvocato Alessandro Pomante. Il prossimo 10 ottobre le motivazioni.