Il giudice amministrativo finisce per creare molti scontenti e si trova, di conseguenza, inevitabilmente esposto al fuoco incrociato della classe amministrativa, dei titolari d’interessi privati e dei rappresentanti di quelli collettivi. Così il presidente Umberto Realfonzo all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale, Tar d’Abruzzo.
La classe politica anche ai massimi livelli e senza distinzioni d’appartenenza, ha aggiunto, assume posizioni di aperta ostilità fondate sulla convinzione che il giudice amministrativo tenda ad erodere indebitamente la sfera della discrezionalità della Pubblica amministrazione, sia troppo propenso ad accogliere le ragioni dei ricorrenti, sia causa della crisi dell’azione amministrativa, costituisca addirittura un freno allo sviluppo economico.
Al contrario, secondo il presidente del Tar, il sindacato giurisdizionale sull’operato del potere è il fondamento dello stato di diritto mentre il rispetto dei limiti ordinamentali della sovranità assicura la tutela degli interessi legittimi di tutti noi. Non mancano infatti, ha proseguito, casi di Pubblica amministrazione il cui agire è illegittimo, capzioso, equivoco, contraddittorio e viola i canoni dell’imparzialità e della buona amministrazione. E’ evidente che il giudice debba farsi carico di assicurare l’effettività della tutela e garantire il corretto esercizio dei pubblici poteri.
Nel 2018, a fronte di 524 ricorsi, sono state emesse 436 sentenze; i decreti decisori sono stati 128 e i decreti collegiali 44, con una diminuzione delle pendenze rispetto all’anno precedente.
Prima partecipazione per il neo governatore Marco Marsilio, che dal canto suo, quello amministrativo, ha condiviso l’auspicio che il legislatore eviti di intervenire sul tessuto normativo con modifiche troppo frequenti, spesso ispirate a logiche emergenziali rendendo così difficile il formarsi di orientamenti giurisprudenziali di lungo periodo, stabili ed affidabili, per tutti gli operatori del settore. Rispetto al Codice dei Contratti, l’Italia ha recepito le direttive Ue, disciplinandole in 250 articoli 25 allegati ed ulteriori regolamenti, a fronte dei 39 articoli in Germania.
Il sistema degli appalti pubblici, tema di particolare importanza nel territorio abruzzese, a ragione definito ‘il più grande cantiere d’Europa’, ha aggiunto Marsilio, è divenuto rischioso ed inaffidabile in Italia, perché costoso e aleatorio sia nella fase gestionale delle gare pubbliche, sia in quella contenziosa, circostanza che ha spinto molte imprese sui mercati esteri.
Il presidente ha annunciato di voler semplificare il sistema normativo della Regione Abruzzo, nella prospettiva di riordinare, semplificare e ridurre il rischio stesso di contenzioso amministrativo, in ossequio agli irrinunciabili principi giuridici di certezza del diritto, di stabilità e di fiducia nei rapporti tra cittadini ed istituzioni, assicurando infine un dialogo con tutte le istituzioni al fine di evitare ogni tentativo di delegittimazione reciproca o di conflittualità che precluda un adeguato sviluppo sociale ed economico della Regione.