È stata approvata alla unanimità la Dichiarazione di Roma dei ministri del G20 della Cultura. Non è una dichiarazione simbolica, ma un documento di 32 punti che è stato studiato e condiviso nei contenuti per mesi tra i Paesi. Ne dobbiamo essere davvero molto orgogliosi. Se ne parlerà per molti anni come un punto di inizio. Si introduce la Cultura nei lavori del G20, riconoscendone il valore economico. Abbiamo ottenuto, inoltre, l’impegno di tutti i Paesi membri nella creazione di forze per l’intervento a protezione del patrimonio culturale a rischio nelle aree di crisi.
Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, al termine dei lavori della Ministeriale Cultura del G20 della Cultura, tenutasi per la prima volta il 29 e 30 luglio nell’anfiteatro Flavio e a Palazzo Barberini su iniziativa della Presidenza di turno italiana.
Il documento è stato vagliato dai ministri e dalle delegazioni dei 20 Paesi partecipanti insieme ai vertici delle principali organizzazioni internazionali attive in materia, tra cui: UNESCO, OCSE, il Consiglio d’Europa, l’Unione per il Mediterraneo, le organizzazioni internazionali del settore culturale quali ICCROM, ICOM, ICOMOS, i protagonisti del contrasto agli illeciti contro il patrimonio culturale quali l’agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto al crimine UNODC, Interpol e l’organizzazione doganale WCO, con il coinvolgimento diretto nei lavori anche il gruppo di outreach del G20 rivolto alle nuove generazioni (Y20), si legge nella nota stampa ufficiale.
Nel corso di quasi un anno di lavoro sono state individuate cinque principali aree di interesse su cui il G20 Cultura ha concentrato i propri sforzi, culminati nel vertice di Roma. Tali priorità sono declinate nella Dichiarazione di Roma dei ministri della Cultura G20 approvata ad esito dei lavori e sono così identificate:
La tutela e la promozione di cultura e settori creativi come motori per una crescita sostenibile ed equilibrata. La cultura è stata gravemente colpita dalla pandemia; ma proprio essa aiuta ad affrontare le pressioni e i crescenti divari economici, sociali ed ecologici, contribuendo alla rigenerazione delle nostre economie e delle nostre società, pesantemente colpite da Covid-19. Per questo i ministri della Cultura dei Paesi G20 si sono impegnati a riconoscere l’impatto sociale dei settori culturali e creativi, sostenere la salute e il benessere, promuovere l’inclusione sociale, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile, il capitale sociale locale, amplificare il cambiamento comportamentale e la trasformazione verso pratiche di produzione e consumo più sostenibili e contribuire alla qualità dell’ambiente di vita, a beneficio della qualità della vita di tutti;
Protezione del patrimonio culturale contro i rischi, compresi i disastri naturali, il degrado ambientale e il cambiamento climatico, la distruzione deliberata e il saccheggio, il traffico illecito di beni culturali. Per questo i ministri della Cultura dei Paesi G20 si sono impegnati a: riconoscere ogni minaccia alle risorse culturali come possibile perdita di beni culturali insostituibili, capace di violare i diritti umani, colpire la diversità culturale e privare persone e comunità di preziose fonti di significato, identità, conoscenza, resilienza e sviluppo; riconoscere i contributi delle azioni coordinate transnazionali e delle collaborazioni tra pubblico e privato per la protezione del patrimonio culturale; riconoscere il valore dell’integrazione di principi e standard di conservazione nella efficace prevenzione dei rischi; riconoscere la necessità di rafforzare e sviluppare modelli e strumenti di gestione efficaci, sostenibili, inclusivi e coordinati per la protezione del patrimonio culturale a rischio.
Affrontare il cambiamento climatico attraverso la cultura. Gli eventi avversi causati dal cambiamento climatico mettono in pericolo il patrimonio culturale, riconosciuto dai ministri della Cultura dei Paesi G20 come un grande potenziale per guidare l’azione per il clima e lo sviluppo sostenibile e contribuire significativamente alle soluzioni per il clima. Per questo motivo l’azione per il clima va inserita più saldamente all’interno delle politiche culturali, accogliendo con favore gli sforzi di tutti gli organismi internazionali e intergovernativi del settore.
Costruzione di capacità attraverso la formazione per affrontare la complessità del mondo contemporaneo e le sfide proprie del settore culturale, tra cui la rapida digitalizzazione, la transizione verde e il cambiamento demografico, e per contribuire a raggiungere gli obiettivi internazionali di sviluppo sostenibile. Per questo i ministri della Cultura dei Paesi G20 si sono impegnati a riconoscere: la necessità di rafforzare le sinergie tra cultura e istruzione; l’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni e delle comunità indigene nella conservazione culturale; i benefici di un migliore collegamento dei sistemi scientifici, educativi e professionali; la capacità essenziale della cultura di innovare e nutrire le nazioni e le società; il ruolo dell’educazione e dell’interpretazione del patrimonio culturale per promuovere l’apprezzamento e il rispetto della diversità culturale; il ruolo dei luoghi della cultura e della formazione come chiave per sviluppare l’istruzione e l’apprendimento
Transizione digitale e nuove tecnologie per la cultura, attraverso la promozione della trasformazione digitale e tecnologica nei settori culturali e creativi come nuove forze trainanti per la crescita, facilitando l’accesso universale e la partecipazione alla cultura e promuovendo la diversità culturale. Per questo i ministri della Cultura dei Paesi G20 si sono impegnati a riconoscere: la crescente importanza dell’ambiente digitale nella trasmissione di contenuti culturali e creativi; l’importanza di creare un ecosistema digitale sano e sicuro; la necessità di superare i divari digitali che sono stati aggravati dalla pandemia di Covid-19; i benefici per la cultura e il patrimonio culturale dell’innovazione delle tecnologie più avanzate.
La Dichiarazione di Roma dei ministri della cultura G20 chiede il pieno riconoscimento e l’integrazione della cultura e dell’economia creativa nei processi e nelle politiche di sviluppo; esorta i Governi a riconoscere la cultura e la creatività come parte integrante di agende politiche più ampie e a garantire ai professionisti e alle imprese culturali e creative il dovuto accesso alla occupazione, alla protezione sociale, alla innovazione, alla digitalizzazione e alle misure di sostegno al imprenditorialità; condanna la distruzione deliberata del patrimonio culturale; esprime profonda preoccupazione per il crescente saccheggio e il traffico illecito di beni culturali e le minacce alla proprietà intellettuale; riconosce il traffico illecito di beni culturali e le minacce alla proprietà intellettuale come gravi crimini internazionali collegati al riciclaggio di denaro, alla corruzione, alla evasione fiscale e al finanziamento del terrorismo; riconosce il ruolo della cultura e il suo potenziale nel portare a soluzioni per affrontare il cambiamento climatico; riconosce l’importanza della digitalizzazione per la conservazione, l’accesso, il riutilizzo e l’educazione; riconosce l’importanza del turismo culturale sostenibile per affermare il valore della cultura come risorsa per il dialogo e la comprensione reciproca tra gli individui e per la conservazione del patrimonio culturale.
La Dichiarazione di Roma, infine, istituisce in via permanente la Ministeriale Cultura in seno ai lavori del G20, riconoscendo il ruolo cruciale di questo settore nella crescita sostenibile dell’economia.