Con delibera di Giunta comunale n. 508 del 30 dicembre 2015, la Giunta Cialente, ridusse la dotazione finanziaria per il rilancio ed il potenziamento del Gran Sasso prevista nella delibera Cipe 135/2012, da 15milioni e 13milioni e 400mila euro, in attesa che sia perfezionato l’iter di approvazione del nuovo progetto di sviluppo, si legge nell’atto, inserendo una nuova linea di intervento per la ripresa culturale, promozione e valorizzazione del patrimonio artistico, dotandola appunto, di un milione e 600mila euro. A tal fine le associazioni hanno elaborato una proposta progettuale contenente un piano di riparto finanziario delle risorse, si legge ancora.
La Struttura di Missione, con una nota del 29 dicembre 2015, abilitò il Comune ad adottare, con un atto di Giunta, il Progetto speciale per il rafforzamento delle attività e delle istituzioni culturali della città dell’Aquila, integrandolo con il piano di riparto delle suddette somme condiviso dalle istituzioni stesse. In quella decisione strategica si scelse di non coinvolgere il Consiglio comunale ed infatti non è scritto da nessuna parte, che quel milione e sei, doveva essere restituito al Gran Sasso. Al contrario la Giunta sottolinea che quelle risorse non rappresentavano né un sussidio né una forma di sponsorizzazione, garantivano solo attività che l’amministrazione considerava strategiche, quindi come fossero proprie, alla ripresa della città.
Peccato però che quelle somme fossero solo i debiti certificati da ogni istituzione, che stranamente eguagliavano il necessario per realizzare il Progetto speciale e che guarda caso sono le stesse identiche somme che la Giunta Biondi, in una delibera di qualche giorno fa, ha riconosciuto da ultimo anche all’Istituzione Sinfonica e alla B. Barattelli, per attività del 2016. Le altre associazioni sono già state liquidate nel luglio scorso.
Ma come mai le somme coincidono?
La passata Giunta scrisse che la competenza era del 2015, ma erano debiti che sono stati coperti con i fondi del 4%.
L’attuale Giunta scrive che la Sinfonica e la Barattelli hanno rappresentato all’amministrazione la loro impossibilità, dovuta ai ritardi nel riconoscimento dei fondi, a realizzare le attività nel corso del 2016, avendo già finanziato integralmente il programma delle attività svolte, di conseguenza, intavolando un carteggio con la Struttura di Missione, le somme sono state destinate per progetti nuovi ed ulteriori che perseguono attività del tutto analoghe a quelle previste per il 2016 e che possono realizzarsi oltre il vincolo temporale del 31 dicembre 2016 e quindi nel corrente anno 2018 e nella prossima annualità 2019.
Possiamo tranquillamente dedurre che le grandi istituzioni hanno preso dal 4% un’annualità in più e l’hanno presa solo per pagare i debiti che certificano esse stesse nella delibera 508, e che eguagliano pari pari le somme del Progetto speciale per il 2015, e quelle che Biondi riconosce per il 2018/2019.
Non credo che i fondi per la ripresa possano pagare deficit certificati per i quali chiesero risorse aggiuntive:
Istituzione Sinfonica Abruzzese 573mila euro
Teatro Stabile d’Abruzzo 554mila 953 euro
Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli 196mila 200 euro
Solisti Aquilani 143mila euro
Teatro Zeta 76mila 300 euro
E-Motion 39mila 947 euro.
Totale un milione 583mila 400 euro, cioè il milione e 600mila euro del 4% per il 2016.
Dati presi dal loro piano economico e finanziario dove le istituzioni, firmando il piano, ribadiscono che la richiesta di risorse aggiuntive è riferita per competenza all’anno 2015, al fine di seguitare a svolgere l’attività senza imbattersi in situazioni di deficit.
Tornerò sull’argomento raccontando i buoni propositi del Progetto speciale, tanto per capire quanto le Istituzioni si siano sforzate di raggiungere gli ambiziosi obiettivi promessi e come abbiano potuto coniugare tale esigenza, con il fatto che il Progetto ha pagato di fatto solo i loro debiti.