09 Set 23

Ecomafia 2023, il cemento e l’illegalità

Anche nel 2022 la ‘pressione’ dell’illegalità sull’ambiente resta sopra la soglia dei trentamila reati (30mila 686, +0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora, registra Legambiente nell’annuale dossier a cura a cura dell’Osservatorio nazionale Ambiente e Legalità dell’associazione. Crescono gli illeciti amministrativi, ben 67mila 030, con un incremento sul 2021 del +13,1%. Le violazioni delle norme a tutela dell’ambiente sfiorano quota 100mila (97mila 716 quelle contestate).

La Campania è sempre in testa alla classifica regionale con 4.020 reati, pari al 13,1% del totale nazionale, seguita da Puglia, Sicilia e Lazio, che supera nel 2022 la Calabria. Il 39,7% dei reati si concentra nelle regioni a tradizionale presenza mafiosa.

Roma guida la classifica provinciale (1.315 reati), seguita da Napoli, dove è stato contestato il maggior numero di illeciti amministrativi (4.762). Sale al terzo posto Bari (1.128 reati) e balza dal 14° al 4° posto la provincia di Genova, seguita da Cosenza, Palermo e Avellino.

In Abruzzo si tratta di 1.134 reati il 3.7% sul totale con 998 persone denunciate e 3.481 illeciti amministrativi.

Anche nel 2022 il delitto più contestato è stato quello di traffico organizzato di rifiuti (art. 452 quaterdecies) con 268 casi (erano stati 151 nel 2021), seguito dall’inquinamento ambientale (64) e dal disastro ambientale (20 casi).

Un forte incremento dei reati si registra nella filiera del cemento illegale (abusivismo edilizio, cave, appalti, ecc.). Nel 2022 sono stati 12.216 (+28,7% rispetto all’anno precedente), pari al 39,8% del totale. Crescono del 26,5% le persone denunciate (12mila 430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare (65), addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative (211 milioni di euro). Il 40,6% dei reati avviene nelle regioni “a tradizionale presenza mafiosa” e il fatturato potenziale dell’abusivismo edilizio è valutato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro.

L’Istat stima un incremento netto delle abitazioni abusive in una misura che non si osservava dal 2004 (+9,1%), segnale di un possibile aggancio della componente illegale alla ripresa post-pandemica dell’edilizia residenziale e definisce insostenibile il fenomeno dell’abusivismo edilizio nelle regioni del Sud (Rapporto Bes 2022).

Tre gli aspetti di maggiore criticità del nuovo Codice degli Appalti: la soglia per le gare d’appalto sale da 1mln a 5mln 300mila euro, cifra oltre la quale sarà necessario ricorrere alla procedura ordinaria. Secondo una stima del Sole24ore su dati Anac, il 98% dei lavori potrà esser assegnato senza bando; i subappalti a cascata rendono quasi impossibile un’efficace attività di controllo; aumentano i rischi di infiltrazioni mafiose, corruzione e clientelismo.

Quello della fauna (21.10%) è il secondo settore più colpito dalla criminalità ambientale, dopo quello del cemento (39.80%). Bracconaggio, pesca illegale, traffici internazionali di specie protette e di animali da affezione, allevamenti illegali, combattimenti e corse clandestine hanno portato nel 2022 all’accertamento di 6.481 reati (+4,3% rispetto al 2021) e 5.486 persone denunciate (+7,6%).

Aumentano infine le contestazioni del delitto di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti, terzo settore più colpito, con il 18.30% di illeciti registrati. Dal febbraio 2002, fino al 30 aprile 2023 le inchieste per attività organizzata di traffico illecito di rifiuti censite da Legambiente sono state 582, per un totale di 3.195 arresti, 10.718 denunce, 1.632 aziende coinvolte;

Oltre 60 milioni di tonnellate di rifiuti, sulla base dei dati disponibili, sono finite sotto sequestro (una per ciascun cittadino italiano). Le tre principali tipologie sono rappresentate da rottami e metalli in genere (40%), fanghi di depurazione contaminati (35%), rifiuti da costruzione e demolizione, anche contenenti amianto, (7,2%). Le inchieste hanno visto il coinvolgimento di 51 stati esteri.

Resta alta la pressione delle attività illegali in tutti i settori dell’agroalimentare italiano, con 41.305 reati, crescono i reati contro il patrimonio culturale,  con arresti in flagranza per tombaroli e ricettatori in Sicilia, Campania e Puglia e aumentano i casi in cui è stata contestata l’associazione a delinquere.