Ripristino dell’assessorato regionale alla cultura; progetto della Transumanza culturale; e l’Accademia Arturo Bandini per la formazione. Sono i tre impegni per la cultura nel programma dei candidati al Consiglio regionale Pierpaolo Pietrucci e Patrizia Masciovecchio.
Pietrucci spiega in una nota che la cultura è stata senza dubbio uno degli assi del mio impegno in Consiglio regionale in questi anni. Interventi decisivi promossi da me per il futuro di istituzioni come il Teatro Stabile d’Abruzzo, l’Istituzione sinfonica abruzzese, l’Istituto la Lanterna Magica, il Centro sperimentale di cinematografia, a cui si devono aggiungere quelle altre di respiro regionale e i Premi letterari e culturali a cui la Giunta e la maggioranza hanno dato sostegno, si sono sommati alla formazione dell’Abruzzo Film Commission, in cui la bellezza del territorio e le abilità delle maestranze sono messe al servizio di un organismo, che ho fortemente voluto, che si sta già occupando di promuovere l’Abruzzo alle produzioni cinematografiche e televisive.
Per la Masciovecchio il settore culturale in generale merita attenzione e centralità. Un perno in questo senso dovrà essere L’Aquila e il suo territorio che ha una tradizione indiscutibile, che deve continuare a essere sostenuta all’interno del panorama regionale. E’ indubbio che proprio nell’ambito culturale il nostro approccio trova un riferimento importante, basato com’è sulla convinzione che i punti di forza delle aree interne debbano trovare il contesto e le condizioni ideali per esprimersi al meglio.
L’assessorato regionale alla Cultura avrebbe competenze specifiche per seguire la programmazione delle attività e fare formazione e informazione nell’ambito del territorio della regione ma anche fuori dai suoi confini.
La Transumanza culturale è un progetto che Pietrucci e Masciovecchio propongono di attuare attraverso un protocollo di intesa che coinvolga i Comuni, le Asbuc, le associazioni culturali e gli operatori turistici per creare una rete di eventi e di percorsi sul territorio regionale e mettere in circolazione il patrimonio culturale, le usanze, l’enogastronomia, l’arte e l’artigianato delle molteplici realtà abruzzesi. Gli obiettivi sono intercettare i flussi turistici e diffondere la conoscenza delle tradizioni in tutto il territorio regionale e anche oltre i confini. In questo modo la cultura, che spesso in Abruzzo è stata fonte di divisione e contesa di fondi tra i territori, diventerebbe un circuito messo a sistema di cui beneficerebbero tutti i territori e le comunità.
Infine, l’Accademia Arturo Bandini, che prende il nome da un celebre personaggio nato dalla penna di John Fante (nella foto), scrittore americano di origini abruzzesi: è un progetto di formazione aperto e diffuso su tutto il territorio regionale che vuole raccogliere il know how delle eccellenze regionali, istituzioni e associazioni culturali, scuole e laboratori dell’arte, dell’artigianato, della cultura e dello spettacolo, al fine di rendere accessibile a tutti lo straordinario patrimonio di competenze dell’Abruzzo.
Bonisoli, appalti beni culturali più veloci
Arriverà presto alla Camera un provvedimento che in Consiglio dei ministri abbiamo approvato il 12 dicembre dove sono contenute alcune leggi delega tra cui una sul Codice degli appalti, che non riguarda solamente i beni culturali.
Così il ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli, stamattina, in un evento elettorale per le regionali del 10 febbraio a sostegno della candidata presidente del 5Stelle Sara Marcozzi, parlando della velocizzazione degli appalti per la ricostruzione di beni culturali nel cratere del terremoto dell’Aquila.
All’evento è intervenuto anche il sottosegretario al Mibac Gianluca Vacca.
Dobbiamo dare un po’ più di respiro soprattutto alle piccole amministrazioni affinché riescano a fare una gara d’appalto in tempi decenti seguendo le norme e non scegliendo soluzioni creative e realizzando il progetto, ha aggiunto il ministro, scontiamo una difficoltà, si vede nella differenza tra la ricostruzione pubblica e quella privata, non è che il pubblico è più complicato del privato ma seguiamo norme diverse. Ci sono i grandi attrattori culturali, ma ci sono anche quelli dimensionalmente o in termini di visibilità minori che se opportunamente valorizzati e promossi possono essere dei richiami molto importanti dal punto di vista culturale, ma anche turistico, ha concluso presentando il programma della Marcozzi.