Sono 37, gli indagati per il crollo del balcone nel Progetto case di Cese di Preturo. Un’inchiesta iniziata un anno fa dalla Procura dell’Aquila, con il sequestro di 800 balconi in 494 appartamenti, sui 4.500 delle new town e gli avvisi di garanzia notificati stamattina per crollo colposo, truffa in pubbliche forniture e falsi. Tra gli indagati Mauro Dolce, come responsabile unico del procedimento; Sergio Sabato, rappresentante del rup, al collaudo tecnico amministrativo; Stefano Vitalini, direttore operativo nelle opere strutturali; Gian Michele Calvi, progettista e direttore dei lavori; Tosello, Spadaro, Coccia, Damiani, D’Adamo e Frau, in qualità, a vario titolo, di rappresentanti del direttore dei lavori nei sopralluoghi; Cosenza, Manfredi, Zanon, Moroni e Pinto, componenti della commissione di collaudo statico; Pagani, presidente della commissione di collaudo tecnico amministrativo; Aloise, componente della commissione di collaudo tecnico amministrativo; Tuccillo, amministratore unico e legale rappresentante della Iter Gestioni e Appalti Spa; Carlo De Angelis Mastrolilli, amministratore unico e legale rappresentante della Sled Spa; Dragone, amministratore unico e legale rappresentante della Vitale Costruzioni Spa; Chitis, presidente del consiglio d’amministrazione della Futuraquila società consortile arl; Paraboschi, Serena, Gandolfi, e Odermatt, referenti a vario titolo della Safwood Spa; Guarino, direttore di cantiere; Bonadies e Delfanti, progettisti degli elaborati esecutivi; Vacca, commercialista; Amorosi, Nardis, Di Gregorio, Fabrizi, De Paulis, Cafaggi e Balassone, dirigenti del Comune dell’Aquila, con responsabilità sulla manutenzione degli immobili. Infine Levorato, come presidente del consiglio di amministrazione della Manuntencoop. Gli indagati avrebbero attestato falsi certificati statici di collaudo e tecnici amministrativi, oltre alla conformità delle opere secondo legge. Contestazioni sono state sollevate anche sulla tipologia e qualità dei materiali usati, privi delle certificazioni, in molti casi mancherebbe il collante, che avrebbe dovuto garantire la tenuta nel tempo. Avrebbero indotto in errore la presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della protezione civile, che avrebbe erogato una somma superiore ai 18milioni di euro. Contestato il danno di rilevante entità, di avere agito approfittando delle situazione di necessità degli sfollati, del contesto emergenziale, ostacolando la pubblica difesa, ed ai pubblici ufficiali di aver commesso il fatto con abuso di potere, avendo trascurato anche le segnalazioni d’infiltrazioni degli sfollati. Tra i principali indagati dell’inchiesta Gian Michele Calvi, progettista e direttore dei lavori di realizzazione del Progetto case e Mauro Dolce, responsabile unico del procedimento. Ai due indagati gli investigatori hanno contestato a vario titolo le norme di legge relative alla vigilanza, Dolce e Calvi sono stati assolti lo scorso anno dalla Corte d’Appello dell’Aquila, insieme ad altri cinque componenti della Commissione Grandi Rischi, per i reati di omicidio colposo e disastro colposo, erano stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione, per aver rassicurato gli aquilani il 30 marzo 2009, sono poi coinvolti nell’inchiesta sugli isolatori sismici forniti, molti dei quali non a norma per i quali Dolce, è stato condannato con rito abbreviato ad un anno di reclusione, mentre Calvi è ancora sotto processo.