22 Feb 21

Acqua fresca, 25 arresti per corruzione

Una vasta operazione per reati contro la pubblica amministrazione nel Comune di Celano, in provincia dell’Aquila, è stata eseguita dai carabinieri del Comando provinciale dell’Aquila: con l’accusa di corruzione sono state arrestate 25 persone tra le quali l’ex parlamentare del Pdl e di Fi, Filippo Piccone, nonché vicesindaco di Celano e il sindaco di Celano, Settimio Santilli, FdI.

Nell’operazione sono coinvolti amministratori e funzionari del Comune marsicano, liberi professionisti e imprenditori residenti nelle province di L’Aquila, Roma, Teramo e Pescara.

Delle 25 persone coinvolte, otto sono state colpite da misure di restrizione della libertà: il vice sindaco, Filippo Piccone è in carcere, mentre il sindaco, Settimio Santilli è ai domiciliari.

Piccone, politico e imprenditore, è stato più volte sindaco e proprio a Celano ha costruito la sua carriera politica che nel maggio 2019 lo ha portato a sfiorare la elezioni al Parlamento Europeo. L’inchiesta, denominata Acqua fresca, ha sbriciolato il Comune di Celano, ai domiciliari, oltre al sindaco, sono finiti il segretario comunale, Giampiero Attili, e i dirigenti Daniela Di Censo, Luigi Aratari e Valter Specchio, quest’ultimo già coinvolto in un’inchiesta su irregolarità negli appalti per le scuole, ai tempi in cui era direttore generale della Provincia dell’Aquila. Ai domiciliari anche gli imprenditori Goffredo Mascitti e Livio Paris.

Per Barbara Marianetti, attuale assessore, ed Ezio Ciciotti, ex amministratore, è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dal lunedì al venerdì alle 16.

Il divieto di esercitare la professione da sei mesi fino a un anno, riguarda tecnici, principalmente ingegneri, e imprenditori,  Franco Felli,  Luca Piccirillo, Carmine John Lastella,  Claudia Stornelli, Roberto Tonelli,  Lucio Zazzara, Giovanni Maceroni, Valeria Pacchiarotta, Andrea Pandolfi, Francesco Stornelli, Fabrizio Confortini, Eugenio Russo, Leonardo Gatti, Vincenzo Santilli, Sergio Rossi.

A carico dei 25 finiti sotto inchiesta, a vario titolo, le accuse di induzione indebita a dare o promettere utilità, ex concussione, istigazione alla corruzione, turbata libertà nella scelta del contraente, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, falsità ideologica, turbata libertà degli incanti e tentato peculato.

Le misure cautelari dell’operazione, condotta dal comando provinciale dei carabinieri dell’Aquila, guidati dal colonnello Nazareno Santantonio, sono state autorizzate dal gip del tribunale di Avezzano Maria Proia, su richiesta del pm della Procura marsicana Andrea Padalino Morichini.

L’indagine, diretta dai pubblici ministeri Roberto Savelli e Lara Seccacini e coordinata dal procuratore capo di Avezzano, nasce nel gennaio 2018 da alcune ricerche dei militari del Nucleo Investigativo dell’Aquila, che attribuivano agli esponenti dell’amministrazione comunale di Celano, diverse condotte antigiuridiche, finalizzate all’indebita percezione ed erogazione di fondi comunali a liberi professionisti e imprenditori operanti nella Marsica.

Le attività investigative hanno poi permesso di acclarare, scrive il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano Maria Proia, l’esistenza di un sistema clientelare, fondato su amicizie, conoscenze e interessi con alcuni imprenditori o cittadini, in totale dispregio dei criteri di imparzialità, trasparenza e buon andamento della Pubblica amministrazione, piegando, di fatto, l’interesse pubblico a quello di pochi.

In tutto alla competente Autorità giudiziaria sono state denunciate 56 persone. 

In particolare gli amministratori e i dirigenti comunali avrebbero turbato numerose procedure di gara, pilotando l’affidamento di appalti per l’esecuzione di lavori, progettazioni e servizi o frazionando gli appalti in modo da procedere con affidamenti diretti sotto soglia, a favore di soggetti predeterminati, per lo più imprenditori e liberi professionisti locali, spesso ricorrendo alla falsificazione di atti pubblici.

Il totale dei fondi pubblici destinati alle procedure turbate ammonterebbe a circa 13milioni di euro, suddivisi in 11milioni di euro per l’esecuzione di lavori, un milione e mezzo di euro per le progettazioni e 500mila euro per gli affidamenti dei servizi. Le procedure turbate sarebbero state circa 30, la denominazione dell’inchiesta, Acqua fresca, deriva dal linguaggio utilizzato da Piccone e registrato nelle intercettazioni.

Le principali procedure a cui si riferiscono i capi di imputazione:
affidamento della progettazione esecutiva, della direzione dei lavori, del coordinamento per la sicurezza e di incarico di supporto al RUP in riferimento alla sostituzione edilizia della scuola media Beato Tommaso da Celano, mediante delocalizzazione in Via della Torre;
lavori di realizzazione di un parco giochi in località Crocifisso;
gara per il servizio di custodia, manutenzione e assistenza all’uso dei campi sportivi Fabio Piccone, Riccardo Paris, e Francesco Baruffa e campo in terra battuta in località Borgo Strada 14, per il triennio 2018/2020;
direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, nonché l’affidamento dell’esecuzione dei lavori di riqualificazione urbana, sociale, e culturale delle aree degradate dei rioni Muricelle, Stazione, Tribuna, e Vaschette, suddiviso in tre lotti;
affidamento della progettazione di una scuola, di un parco e di un parcheggio da realizzare nelle zone cosiddette ‘Aia’, ‘Don Minozzi’ e ‘Dietro Castello’;
realizzazione e organizzazione del premio letterario ‘Vittoriano Esposito’;
concorsi pubblici per l’assunzione di impiegati e dirigenti comunali.