Università degli Studi di Brescia, Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Teramo, Università degli Studi G. d’Annunzio Chieti – Pescara e Club Alpino Italiano, insieme sul Ghiacciaio del Calderone nella terza edizione del Climbing for Climate promosso dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, RUS.
A piedi sul Ghiacciaio più meridionale d’Europa, il Calderone, simbolo dei danni climatici, nel cuore del Gran Sasso. L’obiettivo è lanciare un appello per il contrasto alla crisi climatica, ecologica e alla perdita di biodiversità, con particolare riferimento ai rischi climatici dell’Europa meridionale, informa una nota stampa.
Come nel 2020, Climbing For Climate sarà diffusa a livello nazionale e culminerà sul Gran Sasso, martedì scorso, l’evento ha il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica, MITE, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, CRUI, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS, SDSN Italia, Comitato Glaciologico Italiano, Universitas Montium, UNITA, RUniPace, Rete Università per la Pace e Club Alpino Italiano.
Nel 2019 la RUS aveva aderito con convinzione alla prima edizione del Climbing for Climate ideata e promossa dall’Università degli Studi di Brescia e con entusiasmo negli anni successivi ha raccolto il testimone invitando tutti gli atenei a partecipare attivamente all’iniziativa organizzando eventi diffusi su tutto il territorio nazionale, ricorda Patrizia Lombardi, presidente della RUS e vice rettrice per il campus e comunità sostenibili del Politecnico di Torino. Quest’anno sono 13 le Regioni in cui si svolgono le escursioni e più di trenta le Università che nel mese di settembre organizzano eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della crisi climatica che necessita di azioni comuni, condivisione di conoscenze e competenze. Iniziative come il Climbing for Climate contribuiscono non solo alla costruzione di una comunità consapevole, ma anche al rafforzamento delle relazioni tra atenei che vivono e hanno un impatto rilevante sui territori. Organizzata nell’anno della presidenza del G20, anche ospitando gli eventi preparatori della Conferenza sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite,COP26, questa terza edizione del Climbing for Climate rappresenta un tassello importante nella promozione del 2021 come anno dell’ambizione climatica e contribuisce a valorizzare il rilevante impegno degli atenei italiani nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Consapevoli del ruolo che l’Università riveste nell’educazione delle giovani generazioni, rileva il rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Maurizio Tira, abbiamo inserito nel Piano strategico la cura e la promozione dei valori della sostenibilità. Insieme al Ghiacciaio dell’Adamello e alla conca del Baitone, mete delle prime due edizioni dell’evento, il Ghiacciaio del Calderone rappresenta un altro simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico. L’acronimo CFC, Climbing For Climate, vuole essere anzitutto un segno di speranza: è tratto infatti dall’accordo del protocollo di Montreal (1987) sulla riduzione dei CloroFluoroCarburi (CFC) con il quale la comunità mondiale fu in grado di impegnarsi concretamente e in maniera coordinata per contrastare il cosiddetto buco nell’ozono.
Il Club Alpino Italiano anche quest’anno partecipa attivamente al Climbing For Climate nel suo ruolo operativo nell’organizzazione dell’evento, così il presidente della Sezione di Brescia Angelo Maggiori. La presentazione dei Position papers, che il consiglio centrale ha deliberato appena prima dell’estate, è certamente un’occasione importante per divulgare gli intenti e l’impegno per l’ambiente che da sempre il Club Alpino Italiano, tramite i suoi volontari, mette a disposizione di tutta la popolazione italiana e del nostro sodalizio ai fini della salvaguardia della natura e della montagna in senso lato.
Il Gran Sasso Science Institute è alla sua prima partecipazione e ha collaborato con gioia all’organizzazione di questa due giorni dedicata alla fragilità dell’Europa centro meridionale di cui il Calderone è esempio significativo, per il rettore del Gran Sasso Science Institute, Eugenio Coccia. Il nostro istituto è molto attento al tema della crisi ecologica e ha tra i propri interessi scientifici la valutazione dell’impatto socio economico e ambientale dei cambiamenti climatici e il tema della sostenibilità.
Un ghiacciaio è una memoria, un serbatoio di dati da scandagliare ed esplorare, aggiunge il rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse. Il ghiacciaio più a sud d’Europa si sta sciogliendo rapidamente, come ogni ghiacciaio al mondo, e questa trasformazione ha un responsabile: il nostro stile di vita. Saliremo sulla montagna insieme per riflettere su cosa è essenziale, quali energie e risorse possiamo utilizzare meglio e meno. Seppure i nostri sforzi per mitigare i cambiamenti climatici non basteranno a salvare il Calderone, speriamo che servano per costruire una società più sostenibile e consapevole.
Sono orgoglioso, dichiara il rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola, dell’impegno attivo del mio ateneo nella Rete delle Università Sostenibili e della scelta di una meta comune, il Ghiacciaio del Calderone, luogo simbolo della bellezza e della fragilità dell’ambiente montano. Il tema dei cambiamenti climatici, dell’uso sostenibile della risorsa acqua, della sostenibilità della pratica turistica, fanno parte del Dna dell’Università di Teramo. La sostenibilità deve tradursi in azioni concrete.
La tutela e la valorizzazione delle bellezze del nostro splendido patrimonio naturale e paesaggistico necessitano, anche attraverso la resilienza ai cambiamenti climatici, di azioni globali e locali – aggiunge il rettore dell’Università degli Studi d’Annunzio di Chieti-Pescara, Sergio Caputi, in cui l’Università ha un ruolo centrale mediante la ricerca, le attività della RUS, terza missione e la didattica per formare nuove professionalità e sensibilità.