La Cop24 a Katowice, in Polonia, si è chiusa senza operatività per l’Accordo di Parigi del 2015. Quando i grandi della Terra s’impegnarono a limitare la crescita della temperatura media globale, entro la fine del secolo, ad un massimo di 2 gradi centigradi, possibilmente vicini ad un grado e mezzo. Anche l’impegno a ridurre le emissioni di CO2, non ha nulla di concreto.
Negoziati lunghi, giornate di confronto per non approdare a nulla, se non le spaccature tra i Governi e l’insoddisfazione delle associazioni ambientaliste.
Di certo disastri e apocalissi ambientali sempre più violenti e sempre più frequenti.
In particolar modo Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia e Kuwait, fin dalle prime bozze di accordo, hanno voluto evitare che si potesse fraintendere l’obiettivo di un grado e mezzo già nel 2030.
Il documento approvato non tutela i più deboli, secondo le ong, non include i temi dei diritti umani, della sicurezza alimentare e dell’uguaglianza di genere. Il testo è stato giudicato troppo tecnico e poco concreto, oltre a registrare la mancata sintonia ed accordo, tra i 196 Governi che hanno preso parte alla Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici.
Si è scavato un fossato tra la realtà dei cambiamenti climatici descritta dalla scienza, con le sue conseguenze drammatiche per le popolazioni di alcune regioni del mondo, e l’azione politica. La Cop 24 ha offerto il triste spettacolo di nazioni che difendono i loro interessi economici e industriali, mentre quelle più vulnerabili si giocano la sopravvivenza. La realtà è che quei popoli sono stati abbandonati, ha commentato Clément Sénéchal di Greenpeace.
Brasile e Turchia hanno complicato i negoziati sul CO2, mentre il discorso della giovanissima Greta Thunberg, ha impietrito i più, voi avete paura di essere impopolari, io no, ha detto. Quando sarà vecchia un giorno forse mi chiederanno di voi, di cosa avete fatto quando eravamo ancora in tempo per agire. Questa è una crisi e non possiamo risolverla senza trattarla come tale. Ma non siamo venuti qui per implorarvi: ci avete ignorato in passato e lo farete anche stavolta. Siamo venuti qui per spiegarvi che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no.
I grandi temi ambientali dei cambiamenti climatici e per la riduzione dei gas serra saranno portati di nuovo alla Cop25, a Santiago del Cile nel novembre del 2019. Con i 100 miliardi di dollari di trasferimenti dai paesi ricchi a quelli poveri, promessi alla Cop15 di Copenaghen nel 2009, e mai stanziati per intero. L’Italia, si è candidata ad ospitare la Cop26 del 2020.