La caratterizzazione nell’area della prima discarica di Bussi venuta alla luce dodici anni fa è in corso e questo è di certo un primo passo importante dopo dodici anni di ritardi, così il consigliere Pd Antonio Blasioli, membro della Commissione regionale presieduta da Giovanni Legnini che tornerà a riunirsi domani all’Aquila.
Dopo l’approvazione del progetto di bonifica presentato da Edison con decreto del Ministero dell’Ambiente n. 403 del 6 agosto 2018, spiega Blasioli in una nota, la caratterizzazione è operativa su un’area che ospita 130mila metri cubi di rifiuti a una profondità che varia tra i 6 e i 14 metri. Fu proprio per questo che nel 2013/2014 la gestione commissariale agì con capping e palancolatura di venti metri di profondità per limitarne le emissioni nell’ambiente, rimedi, che tuttavia non hanno del tutto fermato l’inquinamento, come dimostrano le analisi Arta eseguite da allora a oggi: un inquinamento che neanche il sistema di barrieramento idraulico Pump&Stock nel 2017 è riuscito ad arginare. Ma in questi giorni la società Arcadis, per conto di Edison, ha suddiviso l’area in una griglia di azione e ha provveduto a posizionarci delle barriere al fine di eseguire il prelievo del terreno e caratterizzare i rifiuti a seconda della loro natura. Dopo Edison, entreranno in campo le analisi dell’Arta e a seguire sarà possibile rimuovere tutti i rifiuti presenti nella zona nord della Tre Monti, la discarica scoperta dal Corpo Forestale dello Stato nel 2007.
Un sito utilizzato senza alcuna autorizzazione per stoccare materiale pericoloso, posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Pescara e parte dei Siti di Interesse Nazionale monitorati dal Ministero dell’Ambiente dal 2008.
E’ un’area di 35mila mq. situata a sinistra del fiume Pescara e in prossimità alla confluenza dell’affluente Tirino. Lì sotto ci sono peci clorurate, sali di esacloretano che è il tracciante dei rifiuti e clorometano, a un passo non ci sono solo i due fiumi, ma la stazione di Bussi sul Tirino e la galleria che porta a Bussi, sopra, invece, corre la doppia corsia della Strada dei Parchi.
Dopo dodici anni di attesa e l’adozione di misure di sicurezza di emergenza portate avanti dal commissario Adriano Goio, per questa parte del SIN manca ancora l’individuazione del soggetto inquinatore e colgo l’occasione per sollecitare la Provincia di Pescara a farlo il prima possibile perché si possa agire.
Nella zona sud del sito invece, continua Blasioli, a causa della composizione granulosa del materiale presente, si procederà con un progetto pilota che terminerà solo quando i piezometri che controllano le sostanze nel terreno attesteranno la fine dell’inquinamento. Si tratta di un procedimento noto come desorbimento termico, che richiederà un riscaldamento dell’area sotto la protezione del capping, in modo da trasformare le sostanze tossiche in gas e assorbirle in sicurezza. Perché nulla fuoriesca, il riscaldamento dovrà essere accompagnato da sistemi di contenimento laterale al sito, abbinati al trattamento termico, concordando azioni e procedure con Ispra e Arta Abruzzo. Nel caso in cui dagli esiti dell’Applicazione di primo modulo di bonifica, progetto pilota, in corso, non dovesse essere confermata l’applicabilità della tecnologia di bonifica proposta sul terreno, si dovrà procedere immediatamente alla rimozione dei rifiuti anche nell’Area Nord. E’ immaginabile che questa operazione durerà anche qualche anno, ma è importante che i tempi vengano resi sostenibili, perché i siti su cui intervenire sono diversi e con diverse peculiarità e urgenze.
Il tempo trascorso non è stato esente da danni, basti pensare che l’Arta ha rilevato superamenti delle stesse sostanze riscontrate nelle zone indicate anche in aree comprese tra la Tre Monti e l’area di competenza di Rete ferroviaria Italiana, ma questo è comunque un momento fondamentale per tutto il territorio ricompreso nel SIN. Non resta che sperare che la caratterizzazione dell’Arta sia fatta in tempi brevi, conclude Blasioli, e anche su questo presto chiederemo spiegazioni all’assessore regionale Campitelli, considerato che alcuni laboratori interni hanno già manifestato la propria indisponibilità a eseguire gli esami, questo per consentire l’inizio delle operazioni previste nel progetto di bonifica approvato.