E’ stato illustrato stamattina all’Auditorium del Parco, lo stato dell’arte della ricostruzione post sisma dei beni culturali, in occasione dell’esposizione del Mammut, per le Giornate del Patrimonio, restaurato grazie ad una donazione di 600mila euro della Guardia di Finanza. Finora sono stati spesi 600milioni di euro per la ricostruzione dei beni privati, più 100milioni, per i beni di proprietà pubblica. Dovrebbero arrivare altri 57milioni di euro per un programma stralcio redatto sulle ultime disponibilità Cipe, che dovrebbero far partire 55interventi da avviare nella prossima primavera, oltre che secondi lotti per diverse chiese aquilane, che riportiamo in un elenco a seguire insieme ai cantieri chiusi finora. I due terzi del centro storico dell’Aquila è patrimonio culturale, negli ultimi due anni sono stati portati avanti, secondo i dati citati dalla Vittorini, oltre cento cantieri di restauro di beni pubblici, i cantieri attivi sono circa 80, di cui 60 nel cratere, mentre sono quasi 127 i cantieri aperti nella ricostruzione privata, di cui 36 aggregati, nelle vie e piazze centrali, già completati o giù di lì. I progetti presentati fino al 5 marzo 2013 sono riferiti a 129 aggregati di cui 121 nel centro storico del capoluogo. Sono le pratiche della vecchia procedura. Con l’entrata in vigore della scheda parametrica, sono poi stati presentati progetti per 22 aggregati, tutti in centro storico, il cui esame è iniziato lo scorso marzo, 16 sono i progetti approvati, per gli altri 6 si attende la documentazione integrativa. L’incontro è stato coordinato da Antonio Gagliardo, segretario regionale Mibact, con Alessandra Vittorini soprintendente per L’Aquila ed i comuni del cratere, secondo la nuova impostazione ministeriale che alla ricostruzione ha fornito una struttura unica, mirante ad essere più veloce e trasparente. Ma il processo non decolla ed anzi è rallentato dal nuovo metodo della scheda parametrica introdotta dalla legge Barca, e mancano totalmente le frazioni, per le quali sui beni culturali si sa ancor meno che delle case, giusto la chiesa di Onna, è stata portata a termine. D’altra parte i lavori sono a macchia di leopardo, non c’è ancora una strategia per rientrare in centro storico, per cui a cantieri chiusi, diversi saranno ultimati nella prossima primavera, bisognerà sempre capire come farci tornare la gente soprattutto di giorno.