Solo l’1% degli ultra ottantenni ha avuto la prima dose di vaccino contro il covid nella Asl aquilana e il 2%, rispettivamente i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, e gli staff delle strutture di lungodegenza. Al 19 febbraio è questa la situazione nella provincia, certificata in un documento ufficiale pubblicato sul sito aziendale. Il 65% dei vaccini è andato al personale sanitario; il 14% al personale non sanitario; il 9% a forze dell’ordine e insegnanti; il 7% agli anziani delle lungodegenze.
Cosa vuol dire personale non sanitario? Il 14% delle dosi è stato somministrato a personale non sanitario. E’ troppo poca la trasparenza intorno a questi dati e troppo lentamente vengono comunicati ai cittadini, in particolar modo agli anziani, che non sanno quando saranno chiamati mentre di questo passo non ne usciremo mai, perché ad oggi solo poco più del 3% della popolazione della provincia aquilana, ha avuto la prima dose di vaccino. I dati sono certificati al 19 febbraio, praticamente l’altro ieri.
Dal primo gennaio al 19 febbraio, 9mila 780 cittadini hanno ricevuto la prima somministrazione su una popolazione di poco più di 300mila abitanti.
8mila 808 appartengono alle fasce del personale sanitario e forze dell’ordine, 672, ospiti delle residenze assistite e 300 sono ancora da chiamare, dunque il totale reale è di 9mila 480 cittadini.
Questo report ufficiale sull’andamento dei vaccini nella Asl Sulmona/Avezzano/L’Aquila dice poi che degli 8mila 808 che hanno ricevuto la prima dose, 5mila 086 hanno ricevuto anche il richiamo; dei 672 delle residenze sanitarie assistite, 378 hanno ricevuto la seconda dose; 33 sono stati chiamati dall’open day del 27 dicembre per il richiamo; e 4mila 016 sono ancora da chiamare.
Ma non sappiamo qual è il piano vaccini. Una comunicazione in emergenza non può essere questa perché non sappiamo cosa accadrà domani e cosa è accaduto oggi, cosa il 20, il 21 e il 22 febbraio, non sappiamo quante dosi restano e a chi andranno somministrate, non sappiamo qual è la dinamica, cosa aspettarci e quanto tempo impiegheranno nelle previsioni a vaccinare almeno il 70% della popolazione aquilana per avere l’immunità di comunità.
La Asl aveva anticipato in una nota ufficiale che sabato 20 febbraio avrebbero somministrato mille dosi agli insegnanti: 650 all’Aquila, 250 ad Avezzano e 100 a Sulmona per un totale di 14mila 500 vaccinati diventati poi oltre 15mila nella seduta straordinaria del Consiglio comunale sulla sanità di qualche giorno fa, quando a braccio, il manager Testa, ha sparato la cifra che tutti i consiglieri comunali hanno preso per buona quando invece di prime somministrazioni ne risultano poco più di 9mila e di vaccinati la metà. Una bolgia di dati.
La vaccinazione è l’unica speranza di uscire da un incubo e non sappiamo qual è il piano per incrementare le somministrazioni giornaliere, stando infatti al report, abbiamo avuto un massimo di 666 di prime dosi somministrate in un giorno, proprio il 19 febbraio, con un massimo di 538 richiami somministrati il 4 febbraio, per poi precipitare ai 9 nella giornata del 19 febbraio. Se avessimo dosi per 300mila residenti saremmo messi davvero male, con tutti i medici e pediatri di base ancora da vaccinare, mentre i numeri sparati a cavolo sono comunque disperatamente piccoli.