La Asl dell’Aquila continua a diffondere un’informazione al cittadino francamente fuorviante. Come si fa a sostenere che siamo ufficialmente a 16mila vaccinazioni? L’arzigogolato conto viene fuori dalla somma della prima somministrazione al personale sanitario, forze dell’ordine e insegnanti, 11mila 210 al 23 febbraio scorso, più il richiamo per le stesse categorie da vaccinare, 5mila 101, che in totale fanno 16mila 311 dosi somministrate, per 5mila 558 persone vaccinate.
Il report ufficiale del Governo, riporta e distingue molto correttamente l’insieme delle somministrazioni, ad oggi 3milioni 921mila 947, dal totale delle persone vaccinate che sono 1milione 360mila 883. Perché noi non lo facciamo?
Non si può diffondere un’informazione/comunicazione al cittadino così poco chiara e sarebbe apprezzabile se i vari rappresentanti dei cittadini in Consiglio comunale, ingaggiassero questa battaglia di civismo accantonando taluni pavoneggiamenti allo specchio che nulla risolvono, in una realtà che va avanti col contagocce mentre la nostra vita sociale, economica, lavorativa e aggregativa resta appesa ad una vaccinazione che non decolla.
La Regione Abruzzo registra ad oggi il 75.5 % delle somministrazioni pari a 73mila 783 dosi somministrate sulle 97mila 770 consegnate, si attesta sulla media nazionale ma è la nostra provincia aquilana a preoccupare perché di fatto sulle quasi 100mila dosi consegnate siamo riusciti a somministrarne 17mila 500, ma è un numero, come notavamo, che va diviso con i richiami, quindi ad oggi abbiamo 5mila e 558 vaccinati su una popolazione di 300mila persone, neanche il 2% di vaccinati.
E’ lo stesso report a mettere nero su bianco che dalle prime somministrazioni devono essere richiamate ancora 6mila 437 persone. Resta iniqua la percentuale di ultraottantenni coinvolti, siamo al 2%, rispetto all’1% del 19 febbraio scorso, un 1% in più in quattro giorni e quando affittiamo? Quando saranno chiamati? Non glielo dice nessuno, neanche grosso modo.
Il 55%, dei vaccinati?, è la fascia degli operatori sanitari; il 21% forze dell’ordine e insegnanti; il 13% personale non sanitario, avrà diritto tra le categorie prioritarie evidentemente; il 6% anziani di lungodegenza, con il 2% per i relativi staff; l’1% medici di medicina generale e pediatri di libera scelta; e il 2% ultraottantenni.
Continua a mancare un piano, una previsione un’idea, anche la più pallida di quando potremo vedere la luce a fronte, ma lo sappiamo bene, delle consegne delle dosi così come saranno ripartite a livello europeo, quindi nazionale e alla fine regionale.
Per le vaccinazioni ci sono ad oggi gli ambulatori dell’ospedale dell’Aquila (8 postazioni), di Avezzano (palestra dello Stadio dei pini, 5 postazioni), di Pratola Peligna (Palazzina ex giudice di pace, 2 postazioni) e a breve si aggiungerà un centro vaccinale a Castel di Sangro. Oltre 70 gli operatori impegnati tra medici, infermieri e socio sanitari.
Il manager Roberto Testa, è un manager, deve fare piani e cronoprogrammi e possibilmente fornire un’informazione chiara e trasparente. Sarebbe utilissimo se i nostri rappresentanti eletti se ne facessero carico perché questa è la priorità delle priorità per tornare a vivere e per cercare di non essere travolti dalla terza ondata quindi prima ci muoviamo e meglio sarà per tutti noi.