La Commissione Grandi Rischi, si riunì all’Aquila all’indomani della forte scossa del 30 marzo 2009, per tranquillizzare la popolazione.
Lo sciame sismico? per Bernardo De Bernardinis, all’epoca vice capo della Protezione civile, nulla di che, beviamoci su, un bel bicchiere di Montepulciano, ci disse. Ci dissero pure che siccome l’energia si stava sprigionando un po’ alla volta non sarebbe mai arrivata la scossa distruttiva.
E invece la notte del 6 aprile 2009 gli aquilani furono svegliati alle 23, e poi intorno all’una, infine dalla morte che urlava dalle viscere della terra, alle 3.32. 309 vittime nel cratere sismico. E chi sa come sarebbe andata se non fosse stato di notte e se non fosse stata la Domenica delle Palme, un prefestivo che salvò decine di migliaia di studenti universitari dal massacro dei sottoscala in centro storico e dalle stallette recuperate con la biacca nei tanti borghi, se fosse stato un feriale, di giorno, sarebbero state 20mila vittime. Forse di più, c’è chi ancora assicura che tante furono le sacche già pronte per i cadaveri degli aquilani, nel capoluogo di Regione, città dei dipendenti pubblici e delle istituzioni che nel centro storico aveva il fulcro di tutte le attività direzionali e commerciali.
I sette componenti della Grandi Rischi sono stati poi condannati a sei anni in primo grado, ma assolti in Appello. Bernardo De Bernardinis, l’unico colpevole, fu poi nominato dal Governo presidente Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
In questi giorni, il concorso di colpa alle vittime. E’ quanto ha deciso il Tribunale civile dell’Aquila, nella sentenza del giudice Monica Croci, nella causa di risarcimento di alcuni parenti che quella terribile notte persero gli affetti nel palazzo alla Villa comunale, lì dove oggi vive Il Parco della Memoria, dedicato alle 309 vittime.
Monica Croci ha deciso che è fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime, le sue parole, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile. Concorso, aggiunge, che può stimarsi nel 30 per cento. Per tale ragione, i risarcimenti andranno decurtati del 30%, perché queste persone dovevano uscire di casa.
Peccato averle rassicurate in tutti i modi possibili, le persone. Lo Stato non ha mai pagato per questo. Bastava dicessero i terremoti non si possono prevedere, questo volevano gli aquilani superstiti, non volevano essere rassicurati.
Oggi la beffa, se sono morti, per il 30% è anche colpa loro.
Anche io voglio il 30% di responsabilità, il presidio dalle 18.30 di oggi, al Parco della Memoria.