Per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, la Giunta Marsilio ha approvato ieri una delibera con cui chiede un commissario straordinario alla Presidenza del consiglio dei ministri per tutti gli interventi necessari alla messa in sicurezza di un sistema particolare unico che deve contemperare gli interessi strategici dei Laboratori di fisica nucleare e di un traforo autostradale, ricadenti in area di salvaguardia di acque destinate al consumo umano di cui all’articolo 94 decreto lgs. 152/06, con un bacino acquifero per acque potabili. Ed ovviamente adeguate risorse.
Chiede anche che sia accertata la condizione di emergenza connessa alle criticità relative alle interconnessioni tra i tre sistemi strategici e chiede inoltre, sia alla Presidenza del Consiglio che al ministero dell’Ambiente, di voler affrontare con una normativa ad hoc il tema dell’applicabilità dell’articolo 94 del decreto lgs.152/2006 alla specificità del sistema di captazione di acque destinate al consumo umano dal sistema idrico del Gran Sasso.
L’atto è stato inviato a tutti i Ministeri ed attori coinvolti.
La Giunta parte dal principio che un sistema del genere è unico, non esiste altro caso dove devono convivere tre sistemi così sensibili e delicati, nessuno dei quali può essere interrotto, per questo, chiede ausilio allo Stato.
La delibera 33 approvata con il vice presidente Lolli, stabiliva la necessità di 172milioni di euro circa, già chiesti ai Ministeri competenti, per le messe in sicurezza del sistema idrico condivise con tutti gli attori. In realtà Strada dei Parchi spa nelle interlocuzioni precedenti aveva chiesto la terza canna ma tale ipotesi non è stata accolta, s’è quindi appellata contro quella delibera e minaccia oggi di chiudere dal 19 maggio prossimo il traforo, se non saranno prese decisioni adeguate da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dal canto suo con nota del 5 aprile scorso ha segnalato che è necessario definire ulteriori indagini ed approfondimenti di competenza degli organi istituzionalmente preposti, a valle dei quali, i suddetti interventi possono essere adeguatamente regolati convenzionalmente attraverso un aggiornamento dell’atto convenzionale. Da lì, è evidente, il gestore Strada dei parchi spa s’è scatenato.
Un primo commissario fu nominato con ordinanza del Consiglio dei ministri del 18 luglio 2003, a seguito dell’incidente avvenuto nel 2002, causato da uno sversamento di sostanze dei Laboratori di fisica nell’acquifero del Ruzzo, furono così realizzati alcuni lavori e nel 2011, con delibera di Giunta regionale n.248 dell’11 aprile, fu costituita una Commissione tecnica per valutare la completa messa in sicurezza e la protezione del sistema idrico del Gran Sasso.
Nel 2107 alcuni episodi hanno dimostrato la potenziale interferenza delle sostanze chimiche negli acquiferi sostenendo così la necessità di ulteriori azioni di controllo sul sistema, e così l’allora vice presidente Lolli, avvalendosi di quella Commissione tecnica, coordinò un gruppo di lavoro costituito da tutti gli enti interessati, da cui derivò un Protocollo d’intesa per la comunicazione in emergenza e per sistemi continui di monitoraggio da parte dei gestori dei servizi idrici.
Peraltro a seguito delle inchieste giudiziarie, lo scorso ottobre è emerso il permanere del rischio sicurezza delle acque, di qui la delibera 33, depositata agli atti della Procura a fine gennaio scorso, che sancì azioni indifferibili il cui finanziamento per circa 172milioni di euro è nei cassetti dei Ministeri.
A questo punto Roma non può chiudere gli occhi su un sistema strategico di rilievo nazionale e su un bacino acquifero a servizio di 700mila persone, l’evoluzione della criticità, si legge nell’atto, oltre a comportare un grave rischio di pregiudizio per la salute pubblica potrebbe compromettere lo stato di qualità, oggi di pregio, di uno degli acquiferi più importanti dell’Italia centrale è necessario quindi avviare tempestivamente prioritari interventi strutturali di carattere straordinario a completamento di quanto realizzato dal commissario straordinario nominato nel 2003 come già individuati nella delibera 33 del 2019.