L’Abruzzo resta in zona arancione con zone rosse circoscritte. Ma non si chiameranno più zone rosse, fa sapere Marsilio, le restrizioni saranno specificate di volta in volta per evitare confusioni con le nuove misure di Draghi in vigore dal 6 marzo 2021 e così continueranno a restare aperti i servizi alla persona (barbieri, parrucchieri e centri estetici) e le scuole materne e dell’infanzia anche nelle ex zone rosse. La ragione di questa scelta, spiega il presidente, sta nel fatto che in presenza di un quadro di generale e costante miglioramento, anche se lento e non ancora registrato sul fronte ospedaliero, non sarebbe giustificabile un inasprimento delle misure. A maggior ragione per Comuni sottoposti a severe discipline restrittive ormai da settimane.
Per il Comune di Picciano, in provincia di Pescara, cessa l’applicazione delle maggiori restrizioni, che restano in vigore per tutti gli altri Comuni dell’ex zona rossa, tra cui Silvi, Roseto e Pineto, almeno fino a domenica 14 compresa. In questa fascia di maggiori restrizioni a partire da domenica 7 entrano, sempre in provincia di Pescara, Castiglione a Casauria e Torre de’ Passeri, e in provincia dell’Aquila i Comuni di Cagnano Amiterno, Capitignano, Castelvecchio Subequo, Ovindoli, Pizzoli e Roccaraso.
Per le scuole, entro la prossima settimana sarà completata la vaccinazione del personale scolastico. Il presidente Marsilio ha di nuovo sollecitato il ministro Speranza, ‘sentito’ per l’ordinanza, e il nuovo commissario Figliuolo ad autorizzare la vaccinazione degli studenti maggiorenni. In previsione del completamento della vaccinazione, che contribuirà ad elevarne il grado di sicurezza, la riapertura delle scuole primarie e secondarie è prevista per lunedì 15 marzo, ad eccezione dei territori con incidenza superiore a 250/100mila positivi settimanali, così come prescritto dal dpcm di Draghi in vigore dal 6 marzo.
L’Abruzzo ha un Rt sotto l’1, 0.96 (0.91- 1) ma il livello di rischio è alto, ha spiegato la cabina di regia. 41% di posti letto occupati in terapia intensiva (soglia critica al 30%) e 43% di posti letto occupati in area medica (soglia critica 40%). Con un’incidenza del contagio, dal 22 al 28 febbraio, di 245,92 ogni 100mila abitanti.
Nell’ultima settimana, cioè dal 26 febbraio al 5 marzo, l’Abruzzo ha registrato 2mila 958 contagi in più, nella settimana precedente erano stati +3mila 341. Nel dettaglio (+448 L’Aquila, +926 Chieti +1.104 Pescara e +479 Teramo) (tot. 56mila 503). Sale in proporzione la provincia dell’Aquila e scendono le altre, nella settimana precedente, dal 19 al 26 febbraio, avevamo infatti questi dati (+298 L’Aquila, +1.168 Chieti +1.260 Pescara e +592 Teramo) (tot. 53mila 545).
77 decessi in questa settimana, +2mila 496 dimessi/guariti, 87 ricoverati in terapia intensiva, la scorsa settimana erano 64, e 657 ricoveri in area medica (+43).
Cosa vuol dire dunque? Per la cabina di regia ci avviciniamo ai 250 contagi su 100mila abitanti, è una soglia di allarme a cui rispondere con provvedimenti di mitigazione. Marsilio li ha presi ma il problema più grave, perché sconosciuto, resta quello delle varianti, non tanto quella inglese, per la quale i vaccini sono efficaci, quanto quelle brasiliana e sudafricana meno conosciute e studiate per le quali non si sa ancora quanto possano essere efficaci i vaccini, per questo la politica è quella di circoscrivere tempestivamente le zone di contagio per evitare il dilagare. I prossimi due mesi saranno cruciali, ha aggiunto Gianni Rezza direttore generale della Prevenzione, non riusciamo a identificare con esattezza i luoghi che determinano il contagio. Dove ci si aggrega e si sta per ore aumenta la possibilità di contagio. Cerchiamo di capire riducendo le attività che possono diminuire il contagio, con le misure di restrizione si incontra meno gente e circola meno il virus.