L’Aquila dal 2009 non è cresciuta di una virgola, come arricchimento della conoscenza storica e recupero del territorio, solo notizie frammentarie e nulla di strutturato ed è un problema. Non ci sono regole, non sappiamo mai perché decidono di ricoprire dei ritrovamenti ed andare avanti oppure sospendere e perché, non è mai il valore storico, archeologico o architettonico il fattore dirimente, finora è stata solo la fretta delle imprese a decidere, pochi sopralluoghi delle Sovrintendenze, spesso su segnalazione, il blocco più recente dei sottoservizi perché il cantiere è pubblico. Ma non c’è una regola ferrea a monte che faccia monitorare il buon andamento e le scelte della Sovrintendenza unica che decide per il post sisma. Chi pagherà le riserve per i cantieri fermi su Corso Vittorio Emanuele II? E con quale faccia riprenderanno dopo settimane come niente fosse? Ci sono attività commerciali che hanno riaperto con coraggio in centro, abbiamo il cuore della città sventrato con i lavori dei sottoservizi senza che la Sovrintendente unica, Alessandra Vittorini, abbia mai saputo, prima, con sondaggi geologici del caso, carte sul tavolo della città, cosa saremmo andati a scavare e cosa avremmo dovuto ritrovare, stando alla storia dell’Aquila.
Sapeva delle fondazioni emerse sul Corso di Palazzo Lucentini Bonanni?
Si rende conto la responsabile al vertice della nuova Soprintendenza unica Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città dell’Aquila e cratere, sempre la Vittorini, che c’è una città appesa?
La calma con cui stanno partorendo la nota stampa sulla ripresa dei lavori, significherà, ci voglio credere, notizie approfondite sulle fondazioni ritrovate del palazzo cinquecentesco ridimensionato un’ottantina di anni fa, di cui restano foto e planimetrie e le ragioni per cui proseguiranno ricoprendo tutto. E comunque non possono decidere solo archeologi con contratto a tempo. Siamo andati sempre a naso negli scavi per i sottoservizi di una città antica e continueremo così.