Oggi la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai Laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso per il trentennale della nascita. Previsti gli interventi di Fernando Ferroni, presidente Infn, Stefano Ragazzi, direttore dei Laboratori, Antonino Zichichi, ideatore dei Laboratori e Carlo Rubbia, Nobel per la Fisica. Proibito un presidio dei Movimenti per l’Acqua per motivi di sicurezza se non a 12 km. di distanza, visto che, si legge nel diniego, l’acquifero del Gran Sasso è grande e si può manifestare altrove. Ma per il Forum il corpo idrico sotterraneo significativo della conca dell’Aquila, denominato Piana dell’alta valle dell’Aterno nella carta idrogeologica della Regione, è un altro, rispetto a quello del Gran Sasso, mentre ignorano che le captazioni degli acquedotti dell’Aquila e Teramo sono letteralmente dentro i Laboratori ed i tunnel.
Un paradosso per gli attivisti, considerate le 2.300 tonnellate di sostanze chimiche pericolose stoccate illegittimamente dentro un acquifero che disseta 700mila persone, con un Piano d’emergenza per la popolazione scaduto eppure è la presenza di semplici cittadini il problema. Hanno deciso così di raccontare in una lettera a Mattarella, i pericoli di decenni di esperimenti che stanno condizionando la vita di centinaia di migliaia di cittadini. Dai danni all’acquifero derivanti dalla realizzazione dei tunnel e dei laboratori con abbassamento della falda di 600 metri, all’incidente del 2002 con il trimetilbenzene; dal sequestro dei Laboratori del 2003 alla spesa inutile di 84milioni di euro da parte del commissario di Governo Balducci; dalla perdita nel 2016 del temibile diclorometano nell’acqua, all’irregolarità dello stoccaggio nella montagna di acqua ragia e trimetilbenzene per 2.300 tonnellate; dalla presenza del rischio sismico al Piano di emergenza per la popolazione scaduto da anni, per un Impianto a Rischio di Incidente Rilevante.
Democrazia e legalità sono parole che dovrebbero nutrirsi di fatti, concludono, dal diritto a manifestare a quello di vivere in un territorio salubre con un accesso all’acqua in sicurezza.