E’ stato diffuso oggi il rapporto annuale ISPRA sul consumo di suolo, la Regione Abruzzo è la peggiore per incremento sul 2020, così Forum H2O in una nota stampa, si continua a massacrare il territorio come se nulla fosse, basti vedere il nuovo Prg di Ortona (nella foto la costa) con decine di ettari di cementificazioni. Serve una legge senza scappatoie per un consumo di suolo zero e la rinaturalizzazione.
L’Abruzzo ha per la prima volta superato il 5% di territorio alterato ed è tra le Regioni con le peggiori performance di consumo di suolo tra il 2020 e il 2021. A dirlo è dunque l’annuale Rapporto ISPRA sul consumo di suolo diffuso oggi a Roma.
Gli attivisti riportano integralmente alcuni passaggi significativi dello studio:
‘In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente (Figura 22), il valore più elevato è quello dell’Abruzzo (+0,78%), seguono Piemonte (+0,37%) e Campania (+0,34%)’.
Ed ancora, ‘Tra le Regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Abruzzo (3,88 m2/ha), Veneto (3,73 m2/ha), Lombardia (3,70 m2/ha) e Campania (3,60 m2/ha)’.
Oppure, ‘Limitandosi alla crescita annuale, risaltano anche in questo caso i valori elevati dell’Abruzzo (3,27 m2/ab), superiori al triplo del dato nazionale sul consumo di suolo pro capite (1,07 m2/ab). Mentre nel Lazio si registra il valore più basso (0,71 m2/ab)’.
‘Un’analisi della distribuzione in relazione alla dimensione economica regionale è effettuata attraverso il confronto del suolo consumato e del consumo 2020-2021 con il PIL regionale e il numero di addetti all’industria (Tabella 14). Quest’analisi evidenzia che il suolo consumato per unità di PIL ha una notevole variabilità tra le Regioni, con i valori più elevati dell’indicatore in Molise (2,90 ha/mln di € di PIL) e in Basilicata (2,76 ha/mln di € di PIL), più del doppio del valore nazionale (1,20 ha/mln di €) e di Trentino-Alto Adige, Liguria, Lombardia e Lazio che hanno valori sotto l’unità. Il consumo dell’ultimo anno vede in testa l’Abruzzo (137 m2/mln di € di PIL), a seguire Molise (90 m2/mln di €) e Sardegna (72 m2/mln di €).
L’Abruzzo, una Regione montagnosa e con bassa densità di abitanti, ha consumato complessivamente ben 54mila 210 ettari di suolo fino al 2021. Tra il 2020 e il 2021 questo dato è aumentato di ben 418 ettari, pari a oltre 500 campi di calcio (!). Tra le province spicca quella di Chieti con 171 ettari di suolo consumato in più, seguita da Teramo con 96 ettari, Pescara con 84 e L’Aquila con 66.
Sono ormai anni che l’ISPRA lancia allarmi sul consumo di suolo del tutto fuori controllo, ponendo l’Abruzzo tra le Regioni con le peggiori performance. Purtroppo gli amministratori fanno orecchie da mercante, basti pensare al progetto di costruzione di impianti da sci addirittura in un’area protetta, quella del Parco del Sirente-Velino, che prevede oltre 10 ettari di consumo di suolo di aree straordinarie dal punto di vista naturalistico, oppure il nuovo Piano regolatore di Ortona, un comune costiero in cui il consumo di suolo è già oggi al 12,3%, quasi il doppio della media italiana, che prevede altre decine di ettari di cementificazione. Gli amministratori si sono pure vantati di aver fatto una scelta oculata. Si fanno tante chiacchiere sulla sostenibilità ma l’aggressione al territorio continua, incuranti del fatto che la difesa del suolo, una risorsa non rinnovabile, è fondamentale anche per mitigare e contrastare gli effetti della crisi climatica. Serve una legge senza scappatoie: consumo di suolo zero e, anzi, rinaturalizzazione, commenta Augusto De Sanctis, Forum H2O.