Sette campionamenti su nove di Goletta verde, effettuati lungo le coste abruzzesi lo scorso giugno, hanno prodotto il risultato di fortemente inquinato, con il doppio dei batteri consentiti dalla legge. Il problema restano i depuratori. Bandiera nera alla Sasi, l’azienda sotto inchiesta per violazioni ambientali persistenti e gestione dolosa con dodici impianti di depurazione sequestrati. Il 41,5% dei reflui urbani italiani, dati Istat, non è trattato adeguatamente. Secondo i dati riportati a Pescara da Legambiente, l’Unione europea, dopo due condanne a carico dell’Italia, ha avviato l’anno scorso una nuova procedura d’infrazione che coinvolge 27 agglomerati urbani abruzzesi, per i quali non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceva un adeguato trattamento secondario o addirittura non risultano impianti costruiti. Procedura che si trasformerà in condanna dal gennaio prossimo, con una multa per l’Abruzzo, secondo le stime dello stesso Governo centrale, di 8 milioni di euro, circa 6 euro per cittadino. Sono stati considerati come inquinati da enterococchi intestinali ed escherichia coli, i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione e fortemente inquinati quelli che superano più del doppio i valori. Il giudizio delle autorità competenti sulla qualità delle acque negli ultimi quattro anni è scarso, nonostante nel 2015 fosse previsto il raggiungimento di buono per la balneazione. I problemi nella gestione della depurazione nella Regione Abruzzo, possono minare anche la qualità delle acque di depurazione e Legambiente, cita i recenti casi di salmonella nel Torrente Fontanelle di Rocca San Giovanni, nel fiume Osento (Atessa), a Feltrino (San Vito), nei fiumi Vera e Aterno nell’aquilano, a Lido Riccio e alla foce del fiume Arielli o ad Ortona. Sono 91, i km di costa irreversibilmente modificati rispetto ai 143 totali, oltre il 63,6 %, ma solo il 9% dell’intera costa abruzzese risulta essere area protetta, l’istituzione del Parco della Costa Teatina tra Ortona e San Salvo è l’unica garanzia a tutela della costa dei trabocchi. Tra i fattori inquinanti c’è anche lo smaltimento degli olii esausti, aspettiamo la Regione e le risposte che saprà dare.