La collezione delle Ceramiche di San Domenico, nata dall’accordo di collaborazione attivato nell’agosto del 2020 tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del cratere (oggi Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo) e l’Università degli studi dell’Aquila, è finalizzata alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione di un importante patrimonio archeologico della città dell’Aquila.
Si tratta di reperti ceramici che abbracciano un arco cronologico molto vasto, dalla fondazione della città dell’Aquila fino alla metà del secolo scorso, quando il complesso è stato trasformato in un carcere.
L’ingente quantità di reperti rinvenuti durante l’intervento di restauro, oltre 12mila frammenti ceramici, ha permesso di ricostruire le vicende storiche ed economiche della città dalla sua fondazione fino alla metà del secolo scorso. Si tratta di reperti legati alla vita conventuale (brocche, scodelle, piatti) e a quella del carcere moderno, presentando esemplari ottimamente conservati e di pregevole fattura, ricostruisce il sito pomaq.
L’eccezionalità dei rinvenimenti ceramici, insieme ai reperti lapidei e di altra natura, ha portato il Provveditorato alle Opere Pubbliche, di concerto con la Soprintendenza Archeologica di Chieti e la Soprintendenza BSAE dell’Aquila, alla costituzione di una prima collezione espositiva negli anni 2010-2011, all’interno della restaurata ex chiesa di San Sebastiano, il cui allestimento complessivo nell’ex carcere di San Domenico, oggi sede della Corte dei Conti e dell’Avvocatura generale dello Stato, è stato seguito dall’arch. Maurizio D’Antonio e per i materiali ceramici da Van Verrocchio e Diego Troiano.
Il secondo allestimento, che ha arricchito i primi 313 pezzi con ulteriori 1000 reperti esposti, è stato curato dagli studenti dell’Ateneo aquilano, coordinati da docenti del Dipartimento di Scienze Umane e dal personale della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo.
Gli spazi museali del PoMAq, Polo Museale dell’Università dell’Aquila, oltre alle ceramiche, ospitano strumenti legati agli studi nel campo delle scienze biologiche e biotecnologiche, ambientali, informatiche, fisiche e ingegneristiche, custoditi nelle loro rispettive sedi. Ampio spazio anche alle ricerche di alcuni laboratori come quelli di Scienze ambientali, degli archivi editoriali e di archeologia i cui reperti sono stati rinvenuti durante varie campagne di scavo. Sono oggetto d’esposizione le apparecchiature utilizzate dai ricercatori fin dalla nascita dell’ateneo negli anni ‘50 del XX secolo.
Info e prenotazioni: ceramichedisandomenico@pomaq.it