La Cabina di Regia ha trasmesso alle Camere il report sullo stato di attuazione del Pnrr. È il primo passo per ottenere da Bruxelles il contributo finanziario di 24,1 miliardi previsto per il 2021.
Riduzione del divario di cittadinanza e parità di genere, lavoro, in particolare per i più giovani, salute, giustizia e mobilità sostenibile. Ma anche interventi a favore degli enti territoriali cui spetta il 36 per cento delle risorse legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sono solamente alcune delle misure contenute nella prima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr con cui il Governo dà conto dell’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU, dei risultati raggiunti e delle eventuali misure necessarie per accelerare l’avanzamento dei progetti.
L’Italia rispetta l’impegno a conseguire tutti i primi 51 obiettivi entro la fine di quest’anno, scrive il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella premessa alla Relazione. Se vogliamo che la percezione dell’Italia all’estero cambi in modo permanente, questa è un’occasione unica: dimostrare che tutte le risorse del Piano sono spese correttamente e onestamente, evitando fenomeni di corruzione e infiltrazioni delle organizzazioni criminali. E le vostre amministrazioni – anche in questo caso – svolgono un ruolo fondamentale, ha poi aggiunto il Presidente del Consiglio rivolgendosi ai ministri nel corso della cabina di regia sul Recovery Plan.
La prima rata di fondi europei è composta da un contributo finanziario di 11,5 miliardi e un prestito di 12,6 miliardi, per un totale di 24,1 miliardi di euro. Da questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13%) già ricevuta dall’Italia, per una erogazione netta pari a 21 miliardi di euro. L’erogazione della prima rata avverrà quindi a seguito della valutazione positiva sul conseguimento soddisfacente delle 51 misure.
Gli interventi attuati nel corso del 2021 hanno riguardato in particolare disuguaglianze e fragilità (Legge quadro sulla disabilità; misure sulle zone economiche speciali; Fondo per l’imprenditoria femminile; Piano operativo per il sostegno alle persone vulnerabili e la prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani); lavoro (Programma nazionale Garanzia di occupabilità dei lavoratori; Piano nazionale Nuove Competenze); salute (il Piano di riorganizzazione delle strutture sanitarie per l’emergenza pandemica, con l’incremento del numero di posti letto di terapia intensiva e semi intensiva); giustizia (leggi delega in materia di riforma del processo civile e del processo penale, riforma in materia di crisi d’impresa, potenziamento delle piante organiche); ambiente e mobilità sostenibile (autobus elettrici, servizi idrici integrati, ciclo dei rifiuti, gas rinnovabile, prevenzione del dissesto idrogeologico, rafforzamento di ecobonus e Sismabonus per l’efficientamento degli edifici); università, ricerca e innovazione (riforme del sistema di istruzione terziaria, impulso alla ricerca applicata, alloggi per studenti universitari, aumento di importo e beneficiari delle borse di studio); mondo produttivo (Piano Transizione 4.0; bandi per progetti d’interesse europeo su microelettronica, idrogeno e cloud; competitività delle imprese turistiche; sostegno all’internazionalizzazione; sportello unico doganale;); bilancio pubblico, controllo della spesa e amministrazione finanziaria (rafforzamento del ruolo del MEF nel processo di spending review; semplificazione e revisione delle procedure per gli appalti; contrasto all’evasione fiscale) e il rafforzamento della macchina amministrativa finalizzata alla buona gestione del PNRR.
Alla Relazione sono allegate schede di sintesi che illustrano poi tutte le attività già avviate dai singoli Ministeri in relazione alle scadenze successive al 2021.
Per accedere alle rate del 2022 è infatti previsto il conseguimento di 102 traguardi e obiettivi: tra le misure legislative, la cui entrata in vigore è prevista per l’anno prossimo, figurano la riforma della carriera degli insegnanti (30 giugno 2022); la delega per la riforma del codice degli appalti pubblici (30 giugno 2022); l’istituzione di un sistema di formazione di qualità per le scuole (31 dicembre 2022); l’istituzione di un sistema di certificazione della parità di genere e dei relativi meccanismi di incentivazione per le imprese (31 dicembre 2022) e la legge annuale sulla concorrenza 2021 (31 dicembre 2022).