L’onorevole Fabrizio Di Stefano, Forza Italia, ex vice coordinatore regionale Pdl, è certo che Gianni Chiodi, governatore uscente della Regione Abruzzo, chiarirà tutto, chiariranno tutto anche gli altri 24 indagati per truffa aggravata, peculato e falso ideologico e che nulla di quanto è emerso dalle indagini, che sta portando avanti la Procura di Pescara, potrà avere a che fare con la bufera giudiziaria che ha travolto l’amministrazione aquilana, per presunte tangenti legate alla ricostruzione. Una mazzata come questa a quattro mesi dal voto, offusca l’immagine algida di Chiodi, ricandidato azzurro alla guida della Regione, forse per questo Di Stefano sfora, spingendosi a dire che gestendo i milioni del post sisma, avrebbe potuto prendere di più, di quei quattro spiccioli che gli vengono addebitati. Al momento l’inchiesta della Procura pescarese, si riferisce solo alle missioni istituzionali di Chiodi, del presidente del Consiglio Pagano e del vice De Matteis, praticamente di tutti gli assessori e di una parte di Consiglieri, restano fuori i gruppi consiliari, sulle cui spese l’indagine va avanti e dovrebbe dare i primi risultati tra qualche mese. Si parla di biglietti aerei in business class, hotel di lusso e pranzi da capogiro, pagati anche a persone vicine ai politici, resta coinvolto De Fanis, l’assessore alla Cultura arrestato qualche tempo fa per tangenti, per una bottiglia di barolo e chi sa cos’altro ancora. Una truffa aggravata ai danni della Regione Abruzzo è un reato pesantissimo fosse stato speso male anche un solo cent. Non è un bel vedere, considerato che Chiodi riuscì a vincere solo dopo gli arresti di Del Turco, nell’estate del 2008, sventolando il vessillo della legalità con dichiarazioni ad effetto, che alla luce di tutti gli eventi che hanno investito, ed investono la sua legislatura, di certo non gli fanno fare un figurone. Tuttavia si ricandiderà, dicendo che ha risanato i conti della sanità, incassando l’assicurazione sull’ospedale San Salvatore dell’Aquila, di 47milioni di euro, uno dei rari immobili pubblici ad essere assicurato contro i danni causati dalle calamità, quei soldi li ha però ingurgitati la Asl, che dopo il sisma ha accorpato Avezzano e Sulmona all’Aquila, ripianando di fatto i debiti, accumulati per la gran parte dalla vecchia azienda marsicana. C’è poi l’altro capitolo delle scuole, i cui fondi, legati al sisma, invece di ricostruire quelle distrutte, sono stati per lo più dirottati nella Marsica e su strutture, come lo Scientifico di Avezzano, buttate giù e ricostruite con otto aule in più, una mossa che anche la Corte dei Conti bocciò, ma che pure andò in porto tranquillamente, per questo il presidente della Provincia Del Corvo (Celano) e gregari vari, sono sotto processo. Ma probabilmente Chiodi dirà che le scuole, sono più sicure grazie a lui.