L’incendio all’ex sagrestia del Duomo della cattedrale di San Massimo pare un segnale divino.
Per dire sveglia, è ora di rifare la vostra cattedrale sono passati 12 anni, e in questi anni solo puntelli per puntellare i vecchi puntelli cadenti. Niente, non è partito niente.
Lavori tutt’intorno all’aggregato della Curia fino a San Marciano, perché si tratta di lavori privati, affidati da privati ad imprese private senza gara, così come sancito dalla normativa post sisma, ma la chiesa/cattedrale è rimasta al palo.
Sarà quello di stamane un fuoco celeste? Chi lo sa.
Un episodio su cui spero si possa fare chiarezza sulle cause al più presto, così il sindaco Biondi. Il mio ringraziamento va ai Vigili del fuoco e ai Carabinieri della Compagnia e del Nucleo tutela Patrimonio culturale dell’Aquila, per il loro tempestivo intervento. Come amministrazione siamo pronti a fornire il nostro supporto, qualora occorresse, affinché le strutture danneggiate dal rogo possano essere ripristinate nel più breve tempo possibile.
Grande tristezza e sincere solidarietà e vicinanza all’arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi, al vescovo ausiliare, monsignor Antonio D’Angelo, all’intera Arcidiocesi e alla comunità dei fedeli della città dell’Aquila, ha espresso nella nota il primo cittadino, a seguito dell’incendio che appunto ha interessato alcuni locali della Curia vicino piazza Duomo danneggiando il coro ligneo.
Nell’attesa che sia fatta chiarezza, pare però che la cattedrale fantasma abbia dato la sveglia alla città.
Notizie certe sui lavori non ce ne sono, neanche una riga ufficiale dal Segretariato o dalla Sovrintendenza visto che il nodo più spinoso resta legato ancor oggi ai progetti, affidati dalla Curia, come privato a privati, salvo poi, a seguito dell’intervento dello Stato che impose invece la gara d’appalto essendo beni vincolati, rimangiarsi tutto. E quindi chi paga?
Nulla può togliere dalla testa che se fosse stata l’impresa a dover fare tutto l’aggregato ora riavremmo la cattedrale funzionante da un po’. Ma così non è andata e una decisione, tra un annuncio e l’altro, ancora non si tocca con mano.
Un parere dell’Avvocatura di Stato chiesto dall’allora sovrintendente unica, Alessandra Vittorini, ha stabilito che i progetti già affidati avrebbero potuto essere accettati a fronte di indennizzi congrui ma stabiliti dalla legge. Neanche un centesimo in più rispetto ai compensi pubblici. E credo che il nodo a quel punto non è riuscito a scioglierlo più nessuno, perché in quel caso eventuali impegni assunti con parcelle stratosferiche avrebbe dovuto accollarseli la Curia. Pagherà? Non ha pagato? Non vuole pagare?
Qualcuno dovrebbe scrivere due righe ufficiali sullo stato dell’arte senza prendere altro tempo.
Ed anzi vorremmo a questo punto vedere pubblicati i compensi per le progettazioni della cattedrale di San Massimo, di San Marco e della chiesa di Santa Maria Paganica che cade a pezzi ogni giorno che passa, tra un annuncio e l’altro, l’ultimo dal ministro Franceschini in persona, che lanciò nell’etere il concorso di idee e là è rimasto.