Cinque canadair in azione dall’alba, tre elicotteri, droni per centrare i lanci di acqua, oggi 500 e più, 80 Vigili del Fuoco, 65 volontari di Protezione civile e 50 alpini del 9° Reggimento più 15 dipendenti del Comune dell’Aquila, è il bilancio del sindaco Biondi a fine giornata, un’altra giornata difficile nella lotta impari contro fuoco e vento che ha esteso i roghi verso le abitazioni di Cansatessa già dalla scorsa notte e poi in direzione est verso Crocetta/Madonna Fore.
Dei 1.800 residenti, ha spiegato il primo cittadino, solo una novantina è nelle case più prossime al fronte del fuoco, una trentina di nuclei familiari da alloggiare altrove nel caso di un’eventuale evacuazione al momento non prevista. Gli operai sono ancora al lavoro con i mezzi per chiudere un’importante linea tagliafuoco a Villa Le Marine, siamo in attesa di buone notizie meteo mentre continua il monitoraggio del fronte e da domani, conclude, l’ufficio mobile del Comune, sarà a disposizione dei cittadini nel piazzale del parcheggio Inail anche con un punto dei Vigili del Fuoco.
Intanto la qualità dell’aria risulta scadente a Pettino e mediocre ad Arischia, così come rilevato ieri dall’Arta Abruzzo nelle stazioni posizionate in via Amiternum e Arischia, in una scala di parametri inquinanti che vede nelle polveri sottili, di uno dei quartieri più popolosi della città, valori tra il mediocre, come il livello del benzene, e lo scadente, esplosi a seguito dei devastanti incendi che stanno uccidendo le nostre pinete.
Valori pessimi anche ad Arischia, dove la qualità dell’aria è risultata mediocre, secondo la scala di valori europei che va dall’aria buona, scendendo al secondo gradino dell’accettabile, per arrivare al terzo del mediocre e precipitare sullo scadente e sull’ultimo stato di qualità definita pessima. Con un livello di benzene schizzato a 4.5, il 24 luglio scorso era a zero, considerato accettabile.
Naturalmente sono parametri sforati ampiamente dall’emergenza in corso, la centralina a San Gregorio rileva infatti qualità accettabili, ma in ogni caso da monitorare, visto che su via Amiternum, già dal 24 luglio scorso, erano stati registrati livelli di ozono importanti determinando una qualità dell’aria mediocre, smog, che di certo non fa bene alla salute.
Un’aria che dovremmo tenerci ben stretta, farla valere e farla valere insieme alle nostre pinete perdute, si parla dello smantellamento del Corpo Forestale dello Stato e del fatto che non c’è più chi conosce i territori e sappia prendere in mano una situazione d’emergenza ambientale, mentre i roghi continuano a mangiare il nostro verde da giorni. Ma quando mai una cosa così lunga?
Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il 30 luglio scorso gioiva per la salvezza dell’orsa Gaia, il 31 luglio era al Parco nazionale del Gran Paradiso a ragionare sui cambiamenti climatici, ridateci il Corpo Forestale dello Stato, commentava qualcuno, e neanche una parola sul dramma ambientale che sta vivendo L’Aquila. Anzi no, ieri ha dichiarato all’Ansa che appena possibile verrà personalmente al Parco nazionale del Gran Sasso per verificare l’entità dei danni e valutare gli interventi per scongiurare il rischio dissesto. E’ tuttavia quell’appena possibile, che marca la distanza profonda dai nostri boschi e francamente una certa indifferenza.