Dopo quattro anni di miglioramento più o meno accentuato della qualità delle acque di balneazione abruzzesi ora si fa un piccolo passo indietro, passando dal 72%, dei 111 tratti costieri classificati sui 113, due tratti sono tra i ‘non classificabile’, in cui è suddivisa la costa con acque eccellenti del 2019, al 68,5% della classificazione 2020.
I dati della classificazione 2020, basata sui dati raccolti dall’Arta tra il 2016 e il 2019, come prevede la normativa comunitaria e nazionale, sono contenuti in una determina del Servizio Acque Marine della Regione Abruzzo.
Il 68,5% (76 casi) dei tratti costieri abruzzesi, è come detto nella qualità migliore, categoria eccellente.
Il 14,5% (16 tratti) è nella categoria buono, l’8% (9 tratti) nella categoria sufficiente e il 9% (10 tratti) nella categoria scarsa.
Il tutto senza considerare il tratto di via Leopardi a Pescara, non classificabile, essendo stato istituito lo scorso anno, ma in realtà deriva da acque precedentemente classificate come scarse, rileva il Forum dei Movimenti per l’Acqua in una nota.
Piccoli scostamenti con alcuni peggioramenti di categoria che costituiscono un campanello d’allarme per investire di più sulla depurazione che invece continua ad avere dati spesso inaccettabili.
A prima vista il 68,5% può sembrare una percentuale alta, ma paragonata a tante altre Regioni, dove si supera di gran lunga il 90%, arrivando anche al 96-98%, non è poi così alta.
In Italia la media è del 90%, dati rilevati con metodiche di monitoraggio standardizzate a livello europeo.
Alla fine della scorsa stagione balneare, con le prime piogge, si era puntualmente manifestato il problema di una depurazione poco efficiente in Regione. Con le piogge di settembre infatti, è stata registrata una vera e propria ondata di sforamenti, con decine di casi lungo una parte consistente della costa. Reclamammo maggiore attenzione sulla depurazione e qualità dei fiumi sempre più assediati, proseguono gli attivisti, oltre che da scarichi non regolari, anche da discariche e captazioni.
Il turismo non può rimanere alla mercé del bello e del cattivo tempo perché poi il conto arriva l’anno successivo con la classificazione. Bisogna quindi stabilizzare la situazione assicurando una depurazione perfetta visto che, tra l’altro, i cittadini pagano fior di tariffe alle società di gestione del Servizio Idrico Integrato. Auspichiamo, infine, concludono, che i Comuni assicurino un’appropriata e tempestiva comunicazione ai fruitori delle acque di balneazione.