Quando i buoi sono scappati è inutile chiudere le stalle, così Dino Rossi sulla questione della concessione dei pascoli per avere benefit europei, ma nessuno controlla che siano migliorati e tenuti bene.
Dobbiamo dire grazie alla mafia siciliana e alla magistratura sicula se ora tutti si sono accorti di cosa avviene alle spalle degli allevatori italiani, dico italiani, in quanto la corsa all’accaparramento dei fondi destinati alle aziende storiche, interessa gli allevatori di tutta la penisola, spiega in una nota.
Quando uscirono i primi articoli on line nel 2012, iniziarono ad arrivare telefonate da tutta la penisola di allevatori disperati, fui chiamato anche da un comando Forestale del Conero Marche, in quelle circostanze li rassicurai dicendo loro che la magistratura dell’Aquila era stata interessata e che addirittura ero stato contattato dal NAC, Nucleo Antifrode Comunitario che fa capo al Ministero dell’Agricoltura.
Tutto finito in un cestino, le testate giornalistiche più autorevoli hanno taciuto, aggiunge, nonostante avessi ricevuto minacce da società fantasma.
Fu interessata anche la Commissione Agricoltura alla Camera attraverso il M5 Stelle.
La verità è che si sta combattendo contro i poteri occulti della politica italiana, commenta Rossi.
A tutto questo bisogna aggiungere il silenzio assordante delle associazioni agricole, quelle che dovrebbero tutelare l’agricoltura e l’allevamento, le prime responsabili visto che sono solo loro a dover presentare le domande, le stesse che oggi troviamo a difendere gli allevatori disperati nei tavoli istituiti dal Comune dell’Aquila.
Il marcio lo abbiamo ad un palmo di naso e puntiamo il dito verso altri, è questo il punto di partenza per fare chiarezza e restituire i soldi ai tanti allevatori storici in affanno, conclude il noto allevatore.