Avremmo voluto evitare di tornare sui dati della balneazione dopo gli esiti preoccupanti dei controlli del mese di settembre 2019, che avevamo commentato evidenziando che era bastata un po’ di pioggia per rimettere a nudo le criticità irrisolte del nostro sistema di depurazione, commenta in una nota stampa Forum H2O.
In considerazione, però, dei dati diffusi dalla Regione, crediamo sia opportuno fare un po’ di chiarezza producendo un data checking basato sui dati pubblicati dall’Arta sul proprio sito.
Da tali dati, prendendo come ha fatto la Regione esclusivamente quelli dei controlli di routine sulla costa abruzzese, emerge che quello del 2019, con un 11% per quanto riguarda le non conformità (77 su 697 campioni), è il secondo peggior dato nella serie dal 2011 al 2019, secondo solo a quello del 2013, l’11,4%, che è stato quindi superiore solo di poco.
La Regione non riporta nel suo comunicato il dato grezzo ma solo quello percentuale del 90,3% di conformità su 697 campioni; ne consegue che secondo la Regione le non conformità sarebbero il 9,7% di 697 campioni. Tuttavia, com’è evidente, 77 campioni su 697 fa l’11% e non il 9,7%; probabilmente vi è stato un errore di calcolo inserendo come denominatore non solo i campioni di routine ma anche quelli suppletivi che portano ad un numero maggiore di 697 e, quindi, ad una percentuale più bassa anche se sempre rilevante.
Guardando l’andamento nella serie storica si evidenzia che dopo il biennio 2016/2017 in cui le non conformità erano diminuite, fino ad arrivare al 2,6% del 2017, nel 2018/2019 sono aumentate di nuovo e ai livelli più alti. In realtà ad influire notevolmente è la piovosità e non la capacità della comunità di depurare i propri reflui.
Per dare un giudizio su questi dati, cioè se il 10% circa di non conformità sia tanto o poco, si dovrebbe guardare intanto il trend e fare un confronto con le altre Regioni italiane ed europee, visto che i turisti scelgono diverse mete. Nel 2018 le non conformità in Emilia Romagna erano un quarto di quelle abruzzesi, il 2,2% sul totale dei campioni. In Lazio il 3,4%. In Campania, il 7%.
Tra l’altro il dato 2019, fa ritornare l’Abruzzo agli anni 2012/2013 che sono stati esiziali per far classificare negli anni successivi diversi tratti della nostra costa nelle categorie scarsa; sufficiente; buona; eccellente. Ricordiamo, conclude Forum H2O, che la classificazione dei tratti si fa tenendo conto dei dati degli anni precedenti cumulati. Dopo il 2016/2017 che aveva portato ad un miglioramento nella classificazione abbiamo avuto il biennio 2018/2019 piuttosto negativo e probabilmente si rifletterà nella classificazione 2020.
Ricordiamo che in Europa la media dei tratti nella categoria peggiore, scarsa, è l’1,3%, e l’Abruzzo è molto distante da tale cifra, nel 2019 era il 9% nella Regione.
Non possiamo pensare che il nostro turismo resti in balia del meteo, sperando che non piova per nulla in estate per evitare che i fiumi portino l’inquinamento lungo la costa.
Auspichiamo che tutti gli amministratori si impegnino per far finire in fretta i lavori, per assicurare nuovi fondi ad un sistema di depurazione che è stato trascurato per decenni e per assoggettare a rigorosi controlli tutti gli scarichi lungo i fiumi e lungo la costa.