La Direzione generale archeologia belle arti e paesaggio del Ministero per i beni e le attività culturali ha firmato una circolare indirizzata a tutte le Sovrintendenze di riferimento per una ricognizione dei beni culturali abbandonati e non utilizzati.
Una priorità Mibac, spiega il direttore generale Gino Famiglietti nell’atto, con particolare riferimento a quanto esposto a dispersione.
E’ dunque necessario raccogliere tutti i dati in via di reperimento da parte di codeste Sovrintendenze ai fini di un accurato censimento dei beni culturali in disuso presenti sull’intero territorio nazionale.
Previsto l’accesso ad una piattaforma on line da compilare.
Nel form dovranno essere inseriti i dati relativi agli immobili di interesse culturale in disuso presenti nel territorio di competenza, precisandone denominazione, localizzazione, proprietà, regime di tutela, ambito cronologico, stato di conservazione ed ultima destinazione d’uso specificando anche l’esistenza di eventuali progetti di restauro e/o accordi di valorizzazione esistenti.
L’inserimento dovrà essere completato entro e non oltre il 30 agosto 2019.
Il dirigente responsabile dovrà firmare il form e spedirlo via pec al Ministero.
Codeste Sovrintendenze, prosegue il direttore generale, potranno fornire un quadro molto ampio, grazie all’approfondita conoscenza del territorio di competenza e delle problematiche più gravi che coinvolgono parte del patrimonio culturale sia pubblico che privato, acquisita nell’esercizio di attività di tutela. Vista l’ampiezza di ricognizione in oggetto, si raccomanda di raccogliere prioritariamente le informazioni relative al patrimonio pubblico sottoposto a tutela.
La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio d’Abruzzo, con esclusione della città dell’Aquila e dei Comuni del cratere che fanno parte della Sovrintendenza unica, ha sede a Chieti ed è guidata da Rosaria Mencarelli, altri uffici operativi sono all’Aquila, Teramo, Pescara, Sulmona, Avezzano, Tagliacozzo, Celano, Vasto e Lanciano.
Secondo la riorganizzazione della riforma Franceschini, cura la progettazione e direzione dei lavori per gli interventi di scavo e restauro sostenuti da finanziamenti ministeriali o da altre fonti, istruisce proposte e ne verifica l’interesse culturale, gestisce ed aggiorna il catalogo; coopera con enti locali e istituti di ricerca e formazione per la valorizzazione del patrimonio culturale provvedendo a tutti gli altri compiti assegnati dall’art. 33 del Dpcm 171/2014.
Ma al di là delle riorganizzazioni dei vai ministri non si capisce L’Aquila ed il cratere, a gravissimo rischio dispersione del proprio patrimonio culturale per le lungaggini della ricostruzione pubblica, in quale casella di tutela siano stati inseriti e se c’è qualcuno che abbia interesse a chiederlo.