Nel decennale del sisma del 6 aprile 2009 il bilancio del Segretariato regionale per l’Abruzzo del Mibac.
25 monumenti restaurati, 320 aggregati privati approvati, di cui 55 nel cratere, e 1,3 miliardi di contributi liquidati. Tra le chiese restituite alla comunità la basilica di San Bernardino, l’Oratorio San Giuseppe De Minimi, Santa Maria di Collemaggio e le Anime Sante. Entro il 2019 si aggiungeranno la chiesa di Santa Maria del Soccorso al cimitero monumentale, San Silvestro, San Pietro a Coppito, il Teatro San Filippo e Palazzo Ardinghelli.
Un bilancio illustrato dal segretario generale Stefano D’Amico, il direttore della Soprintendenza unica del cratere Alessandra Vittorini, il direttore del Polo museale d’Abruzzo Lucia Arbace, con il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi.
Quasi la metà degli interventi programmati e finanziati sui beni culturali, 116 su 248, non è ancora stata avviata mentre il resto è in corso di esecuzione.
D’altra parte le chiese sono state fatte per lo più da interventi esterni al Mibac.
Riforme ministeriali, burocrazia, carenza di personale ed il nuovo Codice degli Appalti che ha impaludato i procedimenti, sono le difficoltà che hanno rallentato la ricostruzione dei beni culturali oltre ad una normativa complessa.
Le delibere Cipe, la prima, la 135 del 2012 (70 milioni di euro), la 92 del 2013; la 77 del 2015 (56 milioni) e l’ultima la 112 del 2017 (oltre 48 milioni) mentre i fondi arrivano al Segretariato anche anni dopo.
Da collegare alle Ordinanze, la prima, la 3820 del 2009, con 12 milioni di euro per la riapertura immediata di alcune chiese, progetto noto anche come Una chiesa per Natale, i decreti ministeriali, come quelli per il sisma 2016/17, che hanno assegnato altri 2 milioni di euro e le donazioni pari a 28,2 milioni di euro, con cui sono stati finanziati 21 interventi.
16,9 milioni di euro da governi stranieri, la Francia per la chiesa delle Anime Sante, il Kazakistan per l’oratorio San Giuseppe De Minimi, la Germania per la chiesa di San Pietro Apostolo di Onna, e la Russia per palazzo Ardinghelli e la chiesa di San Gregorio Magno ed altri 11milioni e 300mila euro da enti, associazioni, istituti di beneficenza, privati.
I problemi poi sugli appalti per le chiese o affidamenti diretti da parte dei parroci che è una materia ancora da dipanare, basti guardare la cattedrale di San Massimo o Santa Maria Paganica come pure la chiesa di San Marco su cui ancora non cominciano i lavori.
Ed ancora la Legge regionale 8/2016 con la quale è stato introdotto il regime autorizzatorio, per cui nelle zone 1 e 2, quelle ad alta e media sismicità, nelle quali c’è anche L’Aquila, i lavori di costruzione non possono cominciare senza il preventivo rilascio dell’autorizzazione sismica da parte degli uffici del Genio Civile.
Dieci anni dopo quindi, ma c’è ancora troppo da fare con i soldi nelle casse pronti da spendere.