Dopo dieci anni, chiese come la cattedrale di San Massimo e la chiesa di Santa Maria Paganica, periscono nel più totale abbandono.
Non è partito nulla, non è in cantiere nulla e non sarà progettato nulla, perché nonostante una norma del 2015 conceda la facoltà, si parla solo di facoltà e non di obbligo, di avvalersi dei progetti allora commissionati a privati dalla Curia, ostacoli e timori, non meglio identificabili, impediscono ad oggi di aprire i cantieri. O di pensare di farlo nel 2019.
Quanti solleciti sta predisponendo la Sovrintendenza unica che ha l’obbligo di tutelare questi beni? Alessandra Vittorini se ne sta preoccupando quotidianamente? C’è peraltro di più.
Con il sisma dell’agosto 2016, parliamo quindi di due anni fa, a sette anni dalla catastrofe del 6 aprile 2009, ci sono stati dei distacchi importanti per cui sono stati affidati ulteriori puntellamenti ed aperti i cantieri nel febbraio 2017, per la messa in sicurezza dell’area presbiteriale della cattedrale, con l’assenso del Segretariato Regionale Mibact Abruzzo, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila e cratere. L’ultimo sciame sismico ha infatti evidenziato rischi di staticità per il Duomo del capoluogo abruzzese e si è pertanto deciso di intervenire tempestivamente, così da consentire anche l’avvio, in sicurezza, dei lavori dell’aggregato Sant’Emidio, il più ampio e architettonicamente complesso del centro storico, informava il Sovrintendente speciale per il sisma 2016, articolazione del Mibac, con funzioni tipo quelle dell’allora commissario Luciano Marchetti nel 2009, quindi per urgenze e messe in sicurezza dei beni culturali.
Era stato fatto un sopralluogo congiunto per cui d’accordo con la Curia e insieme ai redattori dell’intero progetto di restauro, si sono programmate le metodologie e le operazioni più urgenti per sostenere le parti in distacco. Le operazioni di somma urgenza sono perfettamente in linea con i criteri del progetto generale di consolidamento ed estremamente importanti per la salvaguardia del monumento simbolo cittadino, per il quale sarà presto avviato l’atteso intervento di consolidamento e restauro, spiegava ancora il Sovrintendente.
Responsabile unico del procedimento, l’architetto Claudio Finarelli, direzione dei lavori all’architetto Franco De Vitis. Mentre i lavori, data l’esperienza già maturata e la conoscenza approfondita della rispondenza delle strutture della Cattedrale, sono stati affidati all’impresa che aveva già effettuato i puntellamenti e la messa in sicurezza della grande aula subito dopo il sisma del 2009.
Tuttavia la cattedrale cade letteralmente a pezzi, perché lo scorso agosto, con un verbale di somma urgenza, è stato affidato un ulteriore lavoro di puntellamento, visibile all’esterno, per 120 giorni di lavori. Rup sempre Finarelli, progettista Andrea Scorrano.
Ma che succede? Il verbale di somma urgenza è stavolta del Segretariato regionale, è del 18 agosto 2018, i lavori sono iniziati il 23, per altri 300mila euro circa per un’ulteriore messa in sicurezza, mentre la città si rivestiva, pronta a festeggiare la Perdonanza, ignorante totalmente la realtà vera.
Non sarebbe il caso di dire basta a questo pozzo senza fine di disfacimento, pagato con fondi pubblici? Una cattedrale dimenticata, un bene unico ed irripetibile che rischiamo di perdere.